Non solo aspetti religiosi e culturali, ma anche produttivi e residenziali, per approfondire la ricerca sulla civiltà e sui siti rupestri dell’area mediterranea con un lavoro interdisciplinare di esperti. E’ una delle indicazioni e dei progetti emersi nel corso dell’ottavo congresso nazionale di Archeologia medievale, che si è svolto nei giorni scorsi a Matera. Il congresso è stato organizzato dalla Società degli archeologi medievalisti italiani (Sami) che ha eletto alla presidenza Paul Arthur, direttore della scuola di specializzazione in archeologia dell’Università di Lecce.
“L’esigenza di saperne di più sul rupestre – ha detto Francesca Sogliani, direttrice della scuola di specializzazione in beni archeologici dell’Università di Basilicata – stimola la costituzione di una rete di ricercatori sui siti rupestri del Mediterraneo, e Matera è tra questi, per avere una chiave di lettura completa che tenga conto dell’economia, degli scambi oltre che degli aspetti religiosi degli insediamenti. L’apporto di nuovi strumenti di indagine, per esempio, può fornire ulteriori informazioni sugli affreschi e sugli autori come sta dimostrando la proficua collaborazione che abbiamo avviato con l’università di Salonicco”.