venerdì, 19 Aprile 2024

Dubai/3: Consumismo e capitalismo in pieno deserto

Mall, canali artificiali, grattacieli per riaffermare un primato mondiale

Tutti i giorni a Dubai – che conta circa un milione 400 mila abitanti, appena il 10 per cento locali, di oltre 150 nazionalità e ha una crescita della popolazione pari al 9 per cento annuo – sorge un nuovo grattacielo, pronto ad accogliere uffici e abitazioni private. Si progettano e si realizzano interi quartieri, alcuni vengono rasi al suolo per ospitare nuovi edifici. Le zone in grandissima espansione sono Jumeirah e Dubai marina, dove si stanno creando anche canali artificiali perché è più facile vendere case e uffici con un waterfront. In particolare, a Dubai marina, in un primo momento, dovevano essere realizzati cento grattacieli, nel 2012 saranno più di 250. A lavorare nei cantieri sono più che altro asiatici, cinesi, indiani, pakistani, impiegati anche nelle compagnie di taxi.
Tutto va oltre ogni normale immaginazione, luogo di contraddizioni dove usi e costumi tradizionalmente beduini incontrano il consumismo occidentale e la raffinatezza delle grandi capitali. Nella cinquantina di centri commerciali ultramoderni (per esempio The Mall of Emirates, con oltre 450 negozi, alcuni dei quali ospitano le grandi griffes, raggiungibile in taxi in pochi minuti e con circa 6 euro dagli hotel proposti da Kenobi) è possibile acquistare a prezzi di duty free e per chi vuole provare l’emozione di sciare a -4°, pensando che fuori la colonnina di mercurio segna 45°, basta andare nella pista de The Mall of Emirates, che oltre allo shopping sfrenato permette anche di sciare o semplicemente fare la spesa all’interno di un Carrefour dove ci si perde.
“Il segreto di Dubai – ha spiegato Abdullah bin Suwaidan, responsabile del dipartimento del Turismo nel corso dell’incontro con i giornalisti siciliani – sta nella grande ospitalità e nella straordinaria qualità dei servizi che vengono offerti ai visitatori. I 303 alberghi, con 40 mila camere, che saranno 95.000 nel 2009 – aggiunge – sono sempre pieni così come gli attuali 115 residence. La visione di Dubai a distanza di trent’anni – prosegue – è del tutto diversa: la scoperta del petrolio è del ’67, nel 1975 le poche migliaia di abitanti erano dediti alla pesca e alla pesca della perle, poi grazie al petrolio è stato possibile diversificare puntando gli investimenti sul turismo, sul commercio”.

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