Tra la metà di giugno e la metà di agosto, nelle regioni italiane si è registrato un recupero della domanda di lavoro trainato dal settore turistico. E’ quanto si legge nel rapporto “L’economia delle regioni italiane – Dinamiche recenti e aspetti strutturali” della Banca d’Italia. Il comparto del turismo – si legge nello studio – genera circa il 6% del valore aggiunto italiano e nell’ultimo decennio ha beneficiato di una sostenuta crescita della spesa dei viaggiatori stranieri. L’insorgere dell’emergenza sanitaria ha quasi azzerato i flussi turistici, sia interni sia esteri: nel periodo marzo-maggio 2020, gli arrivi e le presenze complessivi nel nostro paese sono calati di oltre il 90% rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente. Il calo è stato intenso in tutte le aree del Paese, ma il Nord Ovest e il Centro, che generalmente tra marzo e maggio registrano una quota di presenze maggiore della media nazionale, sono state verosimilmente le aree più penalizzate dalle restrizioni alla mobilità. Del successivo allentamento di tali vincoli ha beneficiato soprattutto il turismo interno, più rilevante per il Mezzogiorno. Il permanere di alcune restrizioni agli spostamenti internazionali e dell’incertezza sull’evoluzione della pandemia ha continuato a incidere negativamente sui flussi di turisti extra-europei, spesso diretti verso le città d’arte del Centro. A settembre il recupero dei flussi turistici dall’estero si è arrestato in tutte le aree del Paese, in coincidenza con la nuova accelerazione della curva epidemiologica in alcuni paesi europei.