Dopo settimane di trattative, c’è l’accordo fra Lufthansa e il governo tedesco: il colosso, travolto dal coronavirus, e finito in emergenza esistenziale, potrà contare su 9 miliardi di aiuti, e lo Stato avrà una partecipazione diretta del 20%, senza tuttavia poter prendere parte alle decisioni sul piano operativo: la quota azionaria in mano pubblica resta comunque al di sotto della soglia che prevedrebbe diritti di veto.
L’obiettivo resta quello di accompagnare la compagnia aerea verso l’uscita dalla crisi, per poi sgombrare di nuovo il campo. Del resto Lufthansa era “un’impresa sana e di successo”, finita in difficoltà esclusivamente a causa della pandemia, che ha bloccato il traffico aereo in tutto il mondo, hanno sottolineato i ministri tedeschi.
Stando a un comunicato divulgato dal governo, 3 miliardi confluiranno nella società in forma di prestiti dalla banca pubblica KFW, ammontare a cui partecipano anche banche private per 600 milioni di euro. Il fondo di Stabilizzazione WSF parteciperà dal canto suo con fondi fino a 5,7 miliardi di euro (senza diritti su scelte operative). Inoltre ci sarà una partecipazione statale azionaria del 20%, che potrebbe salire al 25% più un’azione, in caso di una opa ostile.
La palla adesso passa all’assemblea generale e al consiglio di sorveglianza del gruppo aereo, che dovrà rispettare alcune condizioni in cambio del sostegno: sul fronte ambientale, ma anche su bonus per i top manager e sui dividendi. L’ultima parola spetterà poi alla Commissione europea. E Angela Merkel non si fa illusioni: in una riunione interna del partito la cancelliera avrebbe affermato di non volersi far convincere “troppo” dagli argomenti di Bruxelles, e di essere pronta a una dura battaglia”.
Intanto, il ceo Carsten Spohr, che nelle trattative (durate settimane) ha puntato molto all’autonomia del gruppo, ha già annunciato un risanamento, affermando che in futuro Lufthansa sarà comunque più piccola.