martedì, 5 Novembre 2024

Nasce l’associazione affitti brevi e chiede pari trattamento aziende hospitality

Alle diverse richieste avanzate al Governo dalle varie categorie dell’industria italiana del turismo si aggiungono quelle di AIGAB, Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi che nasce in questi giorni proprio per dare rappresentanza istituzionale ad una categoria di operatori professionali finora poco ascoltata.

Scendono dunque in campo le cinque aziende più grandi del mercato italiano (Altido, CleanBnB, Italianway, Sweetguest e Wonderful Italy) che da sole vantano un giro di affari di 60 milioni di euro, 5 mila case, 300 dipendenti diretti e 1500 nell’indotto e nascono per aggregare tutti gli operatori professionali del settore (tra i 5 mila e i 7 mila, per un totale di 20 mila addetti).

In particolare, chiedono
• Prolungamento degli ammortizzatori sociali (FIS e CIG) per il personale dipendente al fine di evitare la dispersione degli investimenti fatti sulla formazione dello staff fino a marzo 2021
• Prolungamento del credito d’imposta del 60% sui canoni di locazione per gli operatori professionali indipendentemente dalla destinazione d’uso degli immobili
• Contributi a fondo perduto sulla base del fatturato perso nel 2020 rispetto al 2019 per la categoria esteso da maggio a dicembre (inserendo tutti i codici Ateco rappresentativi)
• Ampio riconoscimento della categoria sulla base di un codice Ateco definito nell’ambito del processo di normazione del settore già previsto dal Governo mediante audizioni nel processo normativo

“Gli affitti brevi – fa sapere Marco Celani, presidente di AIGAB che è anche l’ad di Italianway – pesano per circa 10miliardi l’anno, di cui circa 5 gestiti da operatori professionali attraverso e-commerce e quindi interamente tracciabili. Gli appartamenti gestiti online sono oltre mezzo milione e le elaborazioni del Centro Studi AIGAB ci dicono che gli operatori tra professionali e non professionali sono tra i 20 e i 30 mila, con un indotto nel mondo del lavoro di centinaia di migliaia di persone. Si tratta di numeri importanti. Chiediamo al Governo di essere trattati al pari delle altre categorie che compongono la filiera del comparto turismo-hospitality”.

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