“Non ci si può soltanto scandalizzare per le dimensioni e il peso sulla collettività dell’integrazione salariale garantita al personale del trasporto aereo, ma bisogna finalmente interrogarsi sulle cause e sulle pesanti responsabilità che hanno portato quasi 15.000 tra piloti, assistenti di volo, tecnici, impiegati e operai a dipendere da questo sistema di ammortizzatori sociali invece di poter lavorare, oltretutto in un settore in costante crescita da anni”.
E’ la tesi dell’Usb che ricorda di aver sempre denunciato fin dal 2008 quanto avveniva un po’ ovunque, da Alitalia e Meridiana a Sea: “è avvenuta una gigantesca ristrutturazione dove le perdite e i licenziamenti causati da piani industriali disastrosi, con tanto di indagini e processi in corso per verificarne le responsabilità, sono stati socializzati a spese dei lavoratori e dei cittadini, mentre l’espansione del mercato è stata lasciata in pasto agli sciacalli. Tutto questo senza che le istituzioni preposte, partendo da Enac per finire al Ministero del Lavoro, muovessero un singolo dito per controllare o impedire che questo sistema degenerasse, anzi, apparendone per molti versi persino complici”, osserva l’Usb, che “così come tutti i lavoratori espulsi dal settore, reclama il lavoro e non gli ammortizzatori sociali e chiede dunque che si apra aprire finalmente la fase della ricollocazione, mettendo fine alla giostra dello scaricabarile che finora ha solo mortificato migliaia di lavoratori espulsi e causato enormi danni sociali e personali”.