martedì, 23 Aprile 2024

Il lavoro nel turismo dopo un anno e mezzo di pandemia, ora serve normalità

Dopo un anno e mezzo di stop come sta ripartendo il turismo dopo la pandemia? il tema è stato al centro del convegno on line “Per un turismo inclusivo e sostenibile”, organizzato dalla Filcams Cgil per fare il punto su condizioni e prospettive in Italia, accogliendo anche le molte voci e richieste di chi nel settore lavora (o attende di tornare a lavorare) ogni giorno.

“Come la vediamo? Bene, ma non benissimo, dopo un periodo così lungo di chiusura, che ha fatto patire moltissimo i lavoratori – commenta il ministro del turismo, Massimo Garavaglia – Tantissimi addetti qualificati non sono stati con le mani in mano, perché non si può stare senza lavorare o accontentandosi di sussidi, e si sono collocati altrove. Risultato, oggi abbiamo una carenza pazzesca di operatori”.

I dati raccontano che se nel mondo del lavoro in Italia i precari sono il 22%, la quota sale al 41% nel turismo. Stessa cosa per gli impieghi stagionali: al 2% generale, si risponde con il 14% del settore. “C’è bisogno di ‘normalità’ e di qualità del lavoro – sottolinea la segretaria generale della Filcams, Maria Grazia Gabrielli – E, tra le urgenze, attivare il confronto con le organizzazioni sindacali per parlare del lavoro nel mondo del turismo”.

“Non sarà facile recuperare in tempi rapidi la forza lavoro necessaria a un settore che, fortunatamente, è in ripartenza, anche molto velocemente. Serve l’impegno di tutti – esorta il ministro – anche e soprattutto delle parti sociali, per trovare le modalità più rapide e semplici, altrimenti avremo strutture che rimandano indietro i clienti perché non hanno gli operatori”.

Un paradosso, sottolinea, “perché o non c’è disoccupazione o non c’è domanda di lavoro: è un tema che dobbiamo affrontare serenamente e risolverlo altrimenti qualcosa non funziona”. Proprio per questo, aggiunge, “abbiamo introdotto la decontribuzione per chi rientra dalla cassa integrazione: circa 800 milioni per il 2021 ma è mia intenzione riproporlo per il prossimo triennio in legge di bilancio, perché abbiamo bisogno che ci sia una forte ripresa e, banalmente, conviene anche allo Stato. La mia preoccupazione, però – sottolinea – è per l’estate che è ormai iniziata”.

Tra le urgenze, rilancia, anche “il contrasto all’abusivismo. Dopo una decina di anni abbiamo chiuso con le Regioni il protocollo per definire la mappatura delle strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere. Finalmente avremo una banca dati unica. Dopodiché chiuderemo un altro accordo o, se serve, faremo una ‘normetta’ ad hoc per le principali strutture di prenotazione a livello mondiale e italiane”. In questo modo, spiega, “se hai da una parte la mappatura delle strutture e dall’altra il dato di chi va dove, il contrasto all’abusivismo diventa molto più semplice”.

“Quando parliamo di turismo, parliamo di persone che per lavoro hanno a che fare con altre persone – commenta il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini – Il prodotto è la soddisfazione, il rapporto con gli altri. Dovrebbe tornare a essere senso comune che investire sulla qualità del turismo, dei bisogni e dell’offerta significhi investire nella qualità del lavoro e delle persone che operano nel settore. Invece la pandemia ha accelerato il quadro e fatto emergere una serie di problematiche. Dobbiamo chiedere tutti insieme a chi ci governa – conclude – un progetto di rilancio del paese e un’idea di sistema per riqualificare e sviluppare il turismo, sia in termini di posti di lavoro di qualità che di nuove forme di turismo”.

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