giovedì, 25 Aprile 2024

Osservatorio economico, a Palermo crescono le imprese ma crolla l’export

Chiriaco, l’export palermitano rappresenta appena il 9% di quello siciliano

Fatturato in calo, incapacità di esportare i prodotti all’estero, grave mancanza di infrastrutture. Le imprese della provincia di Palermo continuano a vivere un periodo di crisi e il 2002 non ha rappresentato l’anno di svolta del ciclo congiunturale. Lo rivela la relazione dell’Osservatorio Economico della provincia di Palermo, realizzato dalla Camera di Commercio di Palermo in collaborazione con l’Istituto Guglielmo Tagliacarne di Roma e presentato oggi a Palermo. Dall’indagine eseguita su 500 imprese operanti nel territorio provinciale emerge che oltre il 70% delle imprese palermitane ha mostrato un andamento del fatturato in calo o stazionario rispetto a quello del 2001. Le esportazioni sono in diminuzione, rivelando una mancanza di cultura dell’internazionalizzazione. “Con un valore delle esportazioni pari a 447 milioni euro – sottolinea il presidente della Camera di Commercio di Palermo – l’export palermitano rappresenta appena il 9% di quello regionale, con un trend che non accetta a crescere dal 1992. Un dato che evidenzia come il nostro imprenditore tende a mantenersi chiuso al mondo esterno, mostrando una propensione all’autonomia gestionale”. L’economia palermitana, però, non vede tutto nero. Il numero di imprese è in crescita, pari al 3,57%, un dato superiore a quello siciliano (2,91%) e a quello nazionale (2,06%). Non solo, le aziende si dimostrano anche più resistenti e fanno registrare un tasso di mortalità inferiore sia a quello siciliano che a quello nazionale. Il tasso di disoccupazione è in diminuzione: il 2002 ha fatto registrare un miglioramento, passando dal 25,1% del 2001 al 23,4%. Un dato che si può attribuire principalmente a fenomeni di emersione del lavoro nero e che si innalza al 36,3%, se si considerano le 84 mila persone, fra coloro che non cercano lavoro in maniera attiva, stagionali, lavoratori “in nero”. Secondo Giuseppe Capuano, responsabile dell’Area studi e ricerche dell’Istituto Tagliacarne, “restano in sospeso alcuni elementi che rallentano la crescita dell’economia, come la carenza di infrastrutture e la scarsa propensione delle imprese all’internazionalizzazione. Negli ultimi dieci anni la dotazione infrastrutturale di Palermo è lievemente peggiorata. Gli unici indici in aumento sono quelli di strutture per l’istruzione e sanitarie”. Molto al di sotto della media nazionale per quanto riguarda la dotazione delle reti ferroviarie, stradali, energetico-ambientali e telematiche, bancarie e di servizi. “Ora viene da chiedersi – aggiunge Chiriaco – come può l’economia di una provincia pensare di crescere in un contesto troppo sbilanciato dal lato dei costi e troppo poco sviluppato dal lato dei servizi produttivi?”. Alla presentazione della relazione sull’Osservatorio economico sono intervenuti anche il direttore regionale della Banca d’Italia, Emanuele Pluchino, l’assessore provinciale alle Attività produttive Nicola Vernuccio e l’assessore comunale alle Attività economiche Giacomo Terranova. In conclusione il direttore dell’Istituto Tagliacarne Alfonso Feleppa ha sottolineato come “la ricerca sia uno strumento utile per correggere le linee di programmazione. L’economia palermitana deve avere fiducia sui mezzi e deve saper valorizzare i propri punti di forza. Si tratta principalmente di un’economia terziaria, puntiamo su questa”.

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