Il sistema ricettivo italiano impiega annualmente 217 mila lavoratori a tempo indeterminato, con punte di quasi 300.000 unità durante il periodo estivo. A renderlo noto è Bernabò Bocca, presidente
di Federalberghi-Confturismo, che ha commentato i dati del Database dell’INPS, rielaborati dalla Federazione in collaborazione con l’Ente Bilaterale Nazionale del Turismo. “Questi dati – spiega Bocca – dimostrano l’importanza strategica del turismo per l’economia italiana ed il grande contributo che esso può dare al rilancio del Paese. Il turismo dà lavoro annualmente ad oltre 2 milioni di persone e potrebbe creare ulteriore occupazione per almeno 100 mila unità, delle quali oltre il 10% nel sistema ricettivo”. Occorre, quindi, secondo Bocca, “definire al più presto la riduzione di 5 punti del cuneo fiscale, che è uno dei punti qualificanti del programma del governo presieduto da Romano Prodi. Inoltre occorre proseguire sulla linea tracciata dalla legge Biagi, per una maggiore flessibilità e competitività delle nostre imprese e pensare ad un sistema di incentivi alle nuove assunzioni che non penalizzi le imprese stagionali”. Dai dati emerge che la regione che fa registrare la media annua più alta di lavoratori dipendenti negli alberghi, con 22.693 unità su un totale di 25.545 dipendenti, è il Veneto. In Sicilia, invece, è stata rilevata una media annua di lavoratori negli alberghi pari a 10.365 unità su un totale di 13.773 dipendenti nell’intero comparto. E se Roma è la provincia che in assoluto ha fatto rilevare la media annua più significativa in fatto di lavoratori assunti negli hotel, si distingue anche la Provincia di Messina, grazie ad una media annua di 3.518 lavoratori negli hotel, su un totale annuo di 4.090 occupati nell’insieme delle strutture ricettive.