venerdì, 11 Ottobre 2024

Usa-Ue, è scontro sulle sovvenzioni ad Airbus

L’amministrazione americana è pronta a sfidare Bruxelles

L’Amministrazione Bush è pronta a sfidare l’Unione europea per fermare i sussidi garantiti da Bruxelles al consorzio aeronautico Airbus già vincitore, lo scorso anno, sul mercato delle commesse e avviato a superare Boeing per la seconda stagione consecutiva. In base a quanto riportato dal Wall Street Journal, il
governo di Washington – su pressione della stessa Boeing – è deciso a modificare il patto stretto con i vertici europei nel 1992 in base al quale Stati Uniti e Ue si sono impegnate a non attaccarsi per i sussidi statali messi a disposizione delle produttrici di velivoli. Un accordi siglato quando Boeing deteneva l’80% del mercato internazionale e che, ora, non piace più all’industria a stelle
e strisce la quale vorrebbe una revisione dell’intesa. In pratica – come sostenuto al Wsj da esponenti federali – l’America sarebbe disposta a mantenere i prestiti già promessi dall’Ue alla Airbus ma a fare in modo che nel futuro non vengano più garantite al consorzio aeronautico del Vecchio continente. In caso di una mancata revisione del patto del 1992 – viene osservato al Wsj – il governo americano potrebbe pensare ad un ricorso al Wto per bloccare nuove sovvenzioni. Già all’inizio di luglio – come era stato riportato dalla edizione Usa del Financial Times – l’Amministrazione Bush aveva iniziato a valutare, sotto una diversa ottica, l’accordo stretto 12 anni fa quando Airbus muoveva ancora i primi passi sul mercato dei trasporti aerei internazionali. ”Se per questa intesa vi era una giustificazione nel 1992 – aveva osservato il rappresentante al Commercio americano, Robert Zoellick, citando il successo di Airbus sul mercato – ora è stata ampiamente superata” e, pertanto, il patto stretto allora dovrebbe essere rivisto. Secondo quanto era stato riportato dal quotidiano britannico, da parte Ue non vi sarebbero preclusioni assolute tanto che, un portavoce del Commissario al commercio – così osservava il giornale – non avrebbe esitato a sostenere l’esistenza di un interesse comune nel discutere l’accordo del 1992.

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