Oltre 100 miliardi di investimenti per il quinquennio 2025-2029, un’apertura agli investitori nella rete Alta velocità e l’obiettivo di “riportare in orario 50mila treni l’anno”. L’amministratore delegato del gruppo Fs, Stefano Antonio Donnarumma, illustra il piano strategico dell’azienda all’Auditorium Parco della Musica di Roma, parlando di “una fase di trasformazione ambiziosa” del gruppo, “mirata non solo a innovare i processi operativi, ma anche a migliorare sensibilmente i servizi offerti”.
Ad ascoltarlo in platea, tra gli altri, il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Il Piano si sviluppa su otto le linee guida strategiche, oltre 50 miliardi di euro saranno investiti per migliorare la qualità del servizio della rete ferroviaria entro il 2034, con ulteriori 60 miliardi di euro destinati alla trasformazione della rete stessa. Anas investirà, poi, 40 miliardi di euro per strade e autostrade.
Si punta ad attivare nuove linee ferroviarie Av che permettano di collegare territori finora non serviti, così da “aumentare del 30% le persone raggiunte dall’Av”, sottolinea Donnarumma. Saranno introdotti 46 nuovi treni ad alta velocità Frecciarossa 1000, 145 treni del Regionale e più di 1.260 bus a basso impatto di CO2.
Grande attenzione all’estero, con l’obiettivo di superare i 14 milioni di passeggeri per l’Alta velocità e 140 milioni per la mobilità urbana in Europa. Sul fronte della sostenibilità, si profila oltre un Gigawatt di fotovoltaico installato entro il 2029.
Per quanto riguarda l’apertura a investitori terzi nella rete Av, Donnarumma mette in chiaro che non si tratta di una privatizzazione. “Il mio intento non è privatizzare perché non ci cambia lo stipendio e perché quello che stiamo pensando di fare lo vedranno chi farà questa attività negli anni futuri”, dice, aggiungendo che “il valore degli asset dell’Av è stimato sugli 8 miliardi”. Quindi spiega che “l’idea di fondo è questa: si prende la concessione delle linee ferroviarie che stanno in pancia ad Rfi, con una operazione di scissione-scorporo si figlia un veicolo sotto il controllo totale di Rfi che quindi c’ha Fs che è controllata dallo Stato, Fs controlla al 100% Rfi e quest’ultima controlla il suo veicolo che contiene quella porzione di infrastruttura dedicata all’Av”.
E per evitare di scaricare sul debito pubblico i corposi investimenti necessari per sviluppare l’Av, l’amministratore delegato di Fs suggerisce di prendere in considerazione il modello Rab (Regulated Asset Base), che prevede l’autofinanziamento con l’eventuale apertura al capitale di terzi. Donnarumma cita Cdp “come esempio calzante di realtà portata fuori dal debito pubblico e oggi azionista di alcune principali aziende italiane per conto dello Stato”. Per cui “si può avere, per esempio, Rfi che detiene la maggioranza e Cdp che detiene la minoranza”, aggiunge. Comunque “al momento non abbiamo ancora identificato investitori”, fa presente l’a.d, spiegando che “finora ci siamo dedicati al modello finanziario e ora si avvierà un confronto con il Mef e il Mit per identificare il modello migliore da applicare”.