Ripresa del traffico aereo in aprile, ma non sufficiente a ridare fiducia all'industria del settore. Tanto che è atteso un ulteriore calo della stima di 8,6 miliardi di utili per il 2011 fatta dalla Iata nel marzo scorso. "Da allora sono successe molte cose che ci rendono ancora meno ottimisti", ha rilevato il direttore generale e ceo della Iata, Giovanni Bisignani, che annuncerà una "nuova stima per l'anno" alla 67/a assemblea generale annuale della Iata lunedì prossimo a Singapore, sede scelta per sostituire l'Egitto dove l'evento era stato programmato prima che scoppiassero le tensioni sociali. E sarà l'ultima assemblea con la guida di Bisignani che, dopo nove anni, il 1 luglio lascerà il testimone a Tony Tyler, che il 31 marzo scorso ha lasciato i vertici di Cathay Pacific.
Incertezze e sfide stanno incidendo sull'industria che per quest'anno si attendeva un giro d'affari vicino ai 600 miliardi di dollari e nel 2010 aveva goduto di utili record per 15,1 miliardi: instabilità politica in Nord Africa e Medio Oriente, fiammate del prezzo del petrolio, terremoto, tsunami ed emergenza nucleare in Giappone, nuova eruzione vulcanica in Islanda.
I dati di aprile a livello globale mostrano un balzo del traffico dell'11,9% (+16,5% internazionale, +4,7% domestico) rispetto ad aprile 2010, quando, però, il traffico in Europa crollò per la chiusura dello spazio aereo per le ceneri vulcaniche. Quindi, depurato delle "distorsioni", l'aumento del traffico si attesta al +3-4%, con il traffico internazionale a +7%, sopra i livelli pre-recessione dell'inizio del 2008. Miglioramento non sufficiente a compensare la compressione sugli utili provocata dal prezzo alto del carburante, voce che incide per un terzo sui costi di una compagnia aerea.
Ad aprile le aviolinee europee hanno raggiunto un picco di crescita del 29,3%, e quelle sud americane del 25,9%; in Nord America la domanda si è rafforzata sul lungo raggio (+11,9%) rispetto a quello domestico (+1,2%) mentre in Giappone il traffico internazionale è crollato del 20%.