giovedì, 25 Aprile 2024

‘Pendolaria’ fotografa l’Italia dei treni, al Sud convogli vecchi e utenti in calo

A dieci anni dall’entrata in funzione delle linee ad alta velocità ferroviaria, l’Italia è ancora spaccata in due, con il Sud in emergenza. In Campania, per esempio, tornano a calare i passeggeri, passando dai 467 mila del 2011 a 262 mila, nonostante negli ultimi anni il trend fosse in miglioramento. In negativo anche i dati in Molise (-11% e la Termoli-Campobasso chiusa), in Umbria e soprattutto in Basilicata (-34%). Lo rivelano i numeri del rapporto “Pendolaria” 2019 di Legambiente, un dossier sulla situazione del trasporto ferroviario in Italia, presentato ieri a Palermo.

Nel Paese i numeri sono in aumento, sia per i treni a lunga percorrenza, sia per i regionali e le linee metropolitane. Cinque milioni e 699 mila persone prendono ogni giorno in Italia treni regionali (+1,6% nel 2018 rispetto all’anno precedente) e metropolitana (+2,4%). I passeggeri che usufruiscono del servizio regionale sono 2 milioni 919 mila, di cui 1,413 milioni utilizzano i convogli di Trenitalia e 1,506 milioni quelli degli altri 20 concessionari. L’aumento passeggeri sui regionali, dal 2010, è stato dell’8,2%.

In 10 anni il bilancio dell’alta velocità è imponente: 74 nel 2008, 144 nel 2019. I passeggeri trasportati sui treni Av di Trenitalia sono passati dai 6,5 milioni del 2008 a 40 milioni nel 2018, con un aumento del 517%.

Per i pendolari ci saranno più treni (attualmente quelli in servizio nelle regioni sono 2.894, gestiti dai diversi concessionari (Trenitalia, Trenord, Cti, Atac, etc.). L’età media dei convogli sulla rete ferroviaria regionale sta calando (in particolare al Nord) arrivando a 15,4 anni. I più vecchi sono in tre regioni del Sud: Puglia, Basilicata e Campania (19,7 anni), seguiti da Sicilia (19,1) e Calabria (18,9), a pari merito con l’Umbria. La Provincia di Bolzano ha i treni più giovani, 8,8 anni.

Nelle aree urbane spicca il maggior ritardo rispetto ai Paesi europei. Le linee metropolitane si fermano a 247,2 chilometri (nelle 7 città che le ospitano, dove vivono 15 milioni di persone), lontano dai valori del Regno Unito (672 km), della Germania (649,8) e della Spagna (609,7). Il totale di chilometri di metropolitane italiane è inferiore o uguale a quello di città come Madrid (291,3 km), Londra (464,2 km) o Parigi (221,5 km). Drammatica è la situazione al Sud, dove i treni sono vecchi (età media 19,3 anni rispetto ai 12,5 anni al Nord) e pochi (sono stati addirittura ridotti gli intercity e i regionali negli ultimi dieci anni) e viaggiano su linee in larga parte a binario unico e non elettrificate.

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