venerdì, 29 Marzo 2024

Pressing del turismo sul governo: delusi da fase 2, non usiamo alibi dell’Europa

Mentre il ministro Dario Franceschini chiede l’intervento europeo per il settore del turismo che sta vivendo una crisi senza precedenti e l’Enit prevede un impatto sulla spesa turistica in entrata dall’estero che si traduce in un calo di quasi 20 miliardi di euro nel 2020 rispetto al livello del 2019, monta la protesta tra gli operatori turistici.

“Non usiamo l’alibi dell’Europa mentre ancora aspettiamo concreti interventi nazionali per il settore dall’inizio della crisi”, dice il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patanè. “Registriamo dati drammatici, altro che i 20 miliardi di euro di perdita di spesa dei turisti stranieri previsti da Enit – aggiunge -. Saranno almeno 3 volte tanto, considerando anche i settori che ruotano intorno al turismo, più altrettanti sulla spesa dei turisti italiani: quindi ben 120 miliardi di riduzione consumi da qui a fine anno e più di 1 milione di posti di lavoro a rischio”.

Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, non nasconde la grande delusione del settore per la fase 2. “Tutti ci aspettavamo altro. A fronte di una Germania che riparte, di una Spagna che riparte, di una Francia che addirittura riapre le scuole – ammette amaramente – noi abbiamo ampliato il decreto e si può andare a trovare la fidanzata o la nonna… Insomma non c’è la volontà di ripartire e non ne viene chiarito il motivo. Hanno sempre detto che quando la curva sarebbe calata, avrebbero allentato il lockdown. E dato che ci sono regioni più contagiate e altre meno, perché trattare tutta l’Italia come la Lombardia? Perché in Umbria a contagi zero non possono riaprire ristoranti, bar e negozi? Siamo ostaggio dei virologi, la politica dovrebbe trovare un giusto compromesso tra salute ed economia”.

“Le nostre imprese per poter ripartire hanno bisogno ora più che mai di sburocratizzazione e semplificazione, regole chiare e lineari. Non abbiamo tempo da perdere e non possiamo in alcun modo permetterci di restare ingabbiati da una stratificazione normativa e burocratica, poco chiara e magari non univoca – dice Federturismo Confindustria -. Per questo abbiamo raccolto dalla nostra base associativa, composta  da 20 filiere, le proposte per le linee guida e le indicazioni operative per  la riapertura delle imprese che  abbiamo presentato in un documento alla task force guidata da Colao”.

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