venerdì, 22 Novembre 2024

Affitti brevi, esultano operatori per banca dati e cin

La Banca dati nazionale delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve e per finalità turistica (Bdsr) e il il Codice identificativo nazionale (Cin) sono realtà (vedi news).

“Sono anni – dice il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca – che ci battiamo perché vi siano regole chiare nel campo delle locazioni brevi, un mondo in cui ormai non vi è più genuina improvvisazione bensì capacità imprenditoriale che come tale va inquadrata. Sebbene la strada per sanare radicalmente il problema dell’abusivismo non si esaurisca qui, al Mitur va il nostro plauso per questo ulteriore passo che premia la trasparenza”.

Secondo il presidente di Assoturismo Confesercenti e Assohotel Vittorio Messina “adesso bisogna continuare in questa direzione perché il turismo è uno dei settori più dinamici della nostra economia ed è fortemente danneggiato dal fenomeno dell’abusivismo ricettivo”.

Per Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Associazione Italiana Confindustria Alberghi “il settore si dota di uno strumento di trasparenza dell’offerta a tutela delle imprese e dei consumatori. Il Cin ha un ulteriore valore, perché è prevista la sua esposizione anche e soprattutto sulle piattaforme online. Elemento questo che contribuirà a contrastare forme di abusivismo ai danni delle imprese che invece operano nel rispetto delle regole e del fisco. La possibilità di mappare, tra l’altro, le diverse attività consentirà di affrontare con politiche adeguate i reali flussi turistici delle città”.

Valuta con favore l’avvio della banca dati anche l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi-Aigab: “Riteniamo che per combattere l’abusivismo sia fondamentale avere regole omogenee a livello nazionale, semplicità di utilizzo dei software della P.A. ed evitare il proliferare di regole a livello comunale che risultano spesso essere arbitrarie e lesive del diritto alla proprietà privata e alla concorrenza”. Secondo i calcoli dell’Aigab rispetto all’asset delle seconde case degli italiani non utilizzate, circa 9,6 milioni, quelle immesse nel circuito degli affitti brevi sono solo 640 mila (rappresentando l’1,8% delle abitazioni nazionali). Di queste circa il 25% è gestito da aziende. Complessivamente, gli operatori professionali e non sono circa 30 mila, con un indotto nel mondo del lavoro di circa 150mila persone. L’Aigab stima che nel 2023 il settore affitti brevi abbia avuto un valore di prenotazioni di circa 11 miliardi di euro, con un indotto sul Pil di ulteriori 44 miliardi di euro in modo diretto (spese degli ospiti per ristoranti, trasporti, cultura, esperienze, shopping) e di circa altri 2 miliardi di euro per ristrutturazioni e manutenzioni delle case online.

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