domenica, 22 Dicembre 2024

Al turismo sostegni come per imprese energivore: la richiesta del settore

“Lo stato di insicurezza e instabilità internazionale, che non accenna a diminuire, ci preoccupa anche per i prossimi mesi che dovevano essere quelli della grande ripartenza del turismo italiano”. Così la presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli ha esordito nel suo intervento in audizione al Senato sul Dl Ucraina. “A questo va aggiunto anche il dramma del caro energia e quindi dei maggiori oneri, di cui in un momento così difficile, le imprese si stanno facendo pienamente carico. Pertanto il tentativo del governo di intervenire sul caro energia e carburanti, su altri costi fissi come l’Imu e sugli strumenti di integrazione salariale è senz’altro degno di considerazione, ma non sufficiente”.

“Pur apprezzando l’intervento dell’esecutivo di introdurre per tutte le imprese un credito d’imposta del 12% della spesa sostenuta per comprare energia elettrica e del 20% per il gas, quelle percentuali per le filiere che noi rappresentiamo – rileva – sono troppo basse. Si pensi, solo a titolo esemplificativo, che per gli alberghi si stima un incremento del costo del gas del 200% e del 140% dell’energia elettrica; per i parchi tematici e acquatici l’aumento stimato è di circa il 600%. Ribadiamo quindi la nostra richiesta che i comparti del turismo possano accedere alle stesse misure di sostegno delle imprese energivore e che quindi il credito di imposta sia alzato al 25%”.

Dello stesso tenore anche l’intervento direttore generale di Federalberghi Alessandro Nucara che tra l’altro ha chiesto di rimodulare la misura che riconosce agli alberghi un credito d’imposta pari al 50% della seconda rata Imu 2021: “atualmente l’esonero è previsto solo per le imprese che hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi nel secondo trimestre 2021 di almeno il 50% rispetto al corrispondente periodo dell’anno 2019. Al fine di evitare che soggetti interessati da perdite rilevanti si trovino esclusi dal beneficio, Federalberghi ha chiesto di modificare la soglia di accesso, portandola quanto meno al 30%, di consentire che il calcolo tenga conto dei diversi periodi di stagionalità e di riconoscere l’incentivo anche a coloro che non sono riusciti a pagare la seconda rata”.

Il decreto prevede un credito di imposta proporzionale alla spesa sostenuta per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale nel secondo trimestre dell’anno 2022. “La norma, seppur apprezzabile – secondo Federalberghi – determina un beneficio che compensa solo in parte l’aggravio della spesa energetica ed è suscettibile di produrre effetti solo ex post, dopo che le imprese avranno pagato la bolletta maggiorata. Abbiamo proposto di elevare la misura dell’incentivo al 40% e di applicare lo sconto direttamente in bolletta. Inoltre, abbiamo chiesto che gli alberghi e gli stabilimenti termali beneficino delle tutele per le cosiddette imprese energivore”.

Quanto alle misure per la liquidità delle imprese, Federalberghi ha richiesto anche una proroga delle moratorie sui finanziamenti in essere e un’estensione delle garanzie sui nuovi finanziamenti oltre il termine attuale del 30 giugno 2022. In materia di integrazione salariale, Federalberghi ha proposto di aumentare l’intensità della misura, da 8 a 26 settimane, applicandola a tutte le imprese del settore turismo, indipendentemente dalla dimensione. Infine il decreto prevede la possibilità che le aziende private assegnino ai propri dipendenti buoni benzina esentasse, per l’ammontare di 200 euro. “Federalberghi ha suggerito che l’esenzione fiscale venga riconosciuta anche in relazione a semplici erogazioni in busta paga. Per tal via, le famiglie potrebbero utilizzare tale aiuto anche per pagare le bollette o per acquistare beni di prima necessità diversi dal carburante” ha concluso Nucara.

Sos lanciato anche da Massimo Caputi, presidente di Federterme Confindustria: “il settore termale turistico italiano si trova a fronteggiare un aumento senza precedenti dei costi delle commodity energetiche, che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese in un momento reso drammatico da oltre due anni di pandemia. Il Governo e il Parlamento hanno già adottato diverse misure finalizzate a ridurre l’impatto del costo-energia sulle imprese, ma siamo convinti che ci possano e devono esserci ulteriori interventi migliorativi altrimenti per il nostro settore sarà una vera bastonata. È necessario, pertanto, se si vogliono salvare le terme, il turismo, e tutta l’economia che ruota intorno al sistema – ha sottolineato Caputi – rivedere alcune misure tra cui i periodi di riferimento per il calcolo dei crediti d’imposta per l’acquisto, sia dell’energia elettrica che del gas, la soglia di accesso all’agevolazione IMU dovrà essere riconosciuta a tutte quelle aziende che abbiano subito una diminuzione del fatturato, nel primo trimestre 2021, di almeno il 30%. Infine, deve essere eliminato il limite massimo dei 15 dipendenti per poter beneficiare delle ulteriori otto settimane di integrazione salariale entro il 31 dicembre 2022, prevedendo in parallelo uno sgravio contributivo per quanti invece non faranno ricorso agli ammortizzatori”.

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