domenica, 22 Dicembre 2024

Allarme Unwto: il turismo globale ha perso 1.300 miliardi, arrivi a -74% nel 2020

Tra le vittime collaterali del Covid-19 e delle restrizioni messe in campo dai governi di tutto il mondo per frenare i contagi, si conferma particolarmente grave la situazione del turismo: il settore a livello globale ha perso 1.300 miliardi di dollari l’anno scorso per colpa delle restrizioni ai viaggi. Un’emorragia più di 11 volte maggiore di quella registrata durante la crisi economica globale del 2009. I numeri da bollettino di guerra sono quelli diffusi dall’Unwto, l’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite.

Il crollo del settore corrisponde a un calo del 74% degli arrivi di turisti nel mondo rispetto al 2019. Con ovvie ricadute sull’occupazione: sempre secondo l’agenzia con sede a Madrid, sono a rischio tra i 100 e 120 milioni di posti di lavoro nel settore. L’Asia è stato il continente che ha sofferto l’impatto maggiore e “anche se molto è stato fatto per rendere possibili viaggi internazionali sicuri, siamo consapevoli che la crisi è lungi dall’essere finita”, ha affermato il capo dell’organizzazione internazionale Zurab Pololikashvili.

E se il lancio dei vaccini contro il Covid-19 dovrebbe “normalizzare lentamente i viaggi” nel 2021, molti Paesi stanno al momento introducendo di nuovo restrizioni di viaggio più severe come quarantene, test obbligatori e chiusure complete delle frontiere “a causa della natura in evoluzione della pandemia”, sottolinea l’organismo delle Nazioni Unite.

Nel 2019 gli arrivi di turismo internazionale erano aumentati del 4% e la Francia era stato il Paese più visitato al mondo, seguita da Spagna e Stati Uniti. L’ultima volta che gli arrivi di turisti internazionali hanno registrato un calo annuale era stata nel 2009, quando la crisi economica globale portò a un calo del 4%. Un mondo che sembra appartenere a un’epoca fa: e secondo la maggior parte degli esperti citati dall’Organizzazione mondiale del turismo bisognerà aspettare almeno il 2023 per tornare ai livelli precedenti alla pandemia.

Per leggere il report dell’Unwto clicca qui.

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