“C’è una ripresa del settore, c’è grande voglia di Italia, grande voglia di vacanze degli italiani, di trascorrerle nel territorio nazionale. La ripresa però è lenta, soprattutto per le destinazioni internazionali. Pasqua e maggio li abbiamo persi, giugno è un mese debole, ripartiamo a luglio e agosto, quando c’è una buona occupazione degli alberghi ma c’è ancora spazio”. Lo ha detto il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, nel corso del Forum ANSA ‘Riparte il turismo, riparte l’Italia’.
“Il calo 54% del settore nel 2020 è frutto di una media – ha precisato Bocca – le città d’arte hanno perso l’80%, le destinazioni balneari il 10%, avendo salvato l’estate grazie agli italiani e a un certo turismo europeo di prossimità”. Bocca ha sottolineato che a Roma a giugno l’occupazione media degli alberghi è solo del 15% contro l’80% del 2018-2019, anche se l’anno scorso era a zero. “Gli albergatori delle città d’arte – ha sottolineato – hanno bisogno di un aiuto importante in termini di costi fissi, a partire dall’Imu e dai canoni di affitto. Abbiamo presentato emendamenti all’ultimo decreto ristori in questo senso, per cercare di sopravvivere quest’anno. Siamo rimasti male dall’esclusione degli alberghi dal superbonus, messo a favore delle cliniche private, che non hanno sofferto per la pandemia. Invece, noi dobbiamo approfittare di questo momento per ristrutturare e presentarci pronti per il 2022. Tutti i ristori, inoltre, sono stati dati fino ad oggi alle aziende che fatturano meno di 10 milioni di euro. Non capisco questo tetto, voglio ricordare che per le aziende alberghiere fatturare 10 milioni non è un’eccezione. Ultima cosa sono gli eventi, possiamo ripartire solo se ripartono gli eventi – ha aggiunto ancora Bocca -. Ottima la notizia di Pitti in presenza, del Salone del Mobile, di Cibus, perché senza eventi facciamo fatica”.
Infine sull’outgoing, Bocca ha precisato: “oggi gli americani hanno difficoltà a venire in Italia per un problema di collegamenti aerei, e ci vorranno mesi per tornare a regime, ma anche per una grandissima confusione nelle regole. Prima è stato detto che chi è vaccinato può venire in Italia, poi è arrivata un’ordinanza di Speranza che obbliga anche chi è vaccinato al tampone. Per le repubbliche ex sovietiche c’è obbligo di quarantena, cosa che non esiste in altri paesi concorrenti. Non possiamo partire con la zavorra”.