lunedì, 18 Novembre 2024

La riforma dell’imposta di soggiorno tra incognite e dubbi

Continua a far discutere la bozza di decreto che comporterebbe un aumento della tassa di soggiorno (fino a 25 euro per gli alberghi extralusso) e che potrebbe venire estesa a tutti i Comuni che vorranno applicarla. Inoltre, gli incassi verrebbero destinati non solo ad interventi nel settore del turismo ma anche a raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Secondo la Cna Turismo e Commercio occorre rimodulare l’applicazione della tassa di soggiorno, in particolare per la fascia più bassa di prezzo, limitandola a non oltre 5 euro per le camere dal costo fino a 200 euro. “È corretto applicare la tassa in base al costo della camera, secondo una nostra richiesta, ma nel contempo – spiega in una nota Cna Turismo e Commercio – è doveroso tutelare le fasce più basse di prezzo e di conseguenza il turismo familiare. Il gettito della tassa, inoltre, dev’essere imprescindibilmente vincolato ai servizi legati al turismo, a esempio la riqualificazione di luoghi connessi alla mobilità, dalle stazioni ferroviarie agli aeroporti e ai porti”.

“Non siamo contrari a una riforma dell’imposta di soggiorno ma questa bozza di riforma crea molte preoccupazioni e lascia aperte troppe incognite: di gettito, sui controlli, sugli affitti brevi. Così si rischia di creare ancora più problemi ai gestori e ai comuni. Serve un confronto e vanno almeno garantiti i gettiti dei Comuni”, afferma il vicepresidente dell’Anci, e sindaco di Mantova, Mattia Palazzi. “Si immagina – spiega – un nuovo schema tariffario (dalla persona al prezzo della camera) senza alcun confronto sulle variazioni di gettito che ne possono derivare. Il rafforzamento dei controlli non viene considerato, mentre il nuovo schema rende inservibili i dati sui pernottamenti fin qui utilizzati. Il rischio di perdite di gettito è quindi molto serio e non può essere trascurato, proprio mentre l’incremento dei flussi turistici è sì una fonte di entrata per le aree più attrattive, ma comporta anche molti costi aggiuntivi per i più svariati servizi comunali, dai rifiuti, ai trasporti, alla vigilanza urbana. Mi auguro – ha concluso Palazzi – che il governo eviti mosse affrettate ed apra un urgente confronto con l’Anci per valutare le soluzioni più opportune e praticabili”.

Perplesso anche il presidente dell’Uncem, Marco Bussone: “credo sia importante ribadire che quelle entrate devono servire ai Comuni per migliorare il territorio e i luoghi di fruizione per tutti, turisti e abitanti. Se orientate bene le entrate garantite dall’imposta di soggiorno hanno grandi vantaggi per chi vive il territorio: il presupposto dev’essere che le risorse raccolte grazie all’arrivo dei turisti devono essere messe a disposizione del benessere di tutti. Se le entrate raccolte tramite imposta di soggiorno – esemplifica – vengono utilizzate per un intervento di arredo urbano come l’abbellimento di una piazza, la manutenzione di una strada, è evidente che si tratta di un vantaggio per tutti, tanto per i cittadini che quella piazza la vivono tutti i giorni quanto per chi arriva e si ferma sul territorio una settimana. Non servono contrapposizioni tra turisti e abitanti – rimarca – come non serve indirizzare risorse solo agli uni o agli altri. Se poi il Ministero ci chiede cosa pensiamo dell’imposta di soggiorno, e di molto molto altro rispetto al turismo, risponderemo con dialogo, impegno, analisi, condivisione, fiducia. Aspettiamo un invito, una bella occasione di scambio, relazione, incontro: finora non ce ne sono state”.

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