“La crescita turistica continuerà nei prossimi anni ma andrà molto più lentamente di ora tranne che nei paesi cosiddetti met (Brasile, Cina, India, Sudafrica e Russia). La sfida di oggi è rimanere competitivi nei prossimi 10 anni considerato che la manodopera ha un costo diverso nelle varie zone del mondo e che alcune destinazioni non sono più alla moda, come ad esempio alcuni resort invernali in Francia, e dunque servono investitori privati per ammodernare questo tipo di strutture”. Alain Duperays, responsabile dell'Unità Turismo dell'OCSE, ha tracciato un quadro del settore durante il convegno “Forecasts Tourism: strategie oltre la crisi che si è svolto oggi a Palermo.
“Come Ocse siamo nati con il Piano Marshall, nel 1948, dopo la II guerra mondiale. Cerchiamo di coordinare linee politiche, indicatori, statistiche dei diversi Paesi. Non lavoriamo isolati, il nostro approccio è integrato: non è sufficiente avere un'amministrazione che si occupa solo di turismo, dobbiamo lavorare con i governi, con i ministeri di turismo, trasporti e ambiente perchè nel turismo è tutto concatenato. Studiamo le tendenze globali economiche a lungo termine fino al 2060. In base alle previsioni, la crescita del Pil si attesterà sul +3% annuo ma le economie emergenti vanno avanti più velocemente. E non è un caso che il baricentro si sposterà su Cina e continente asiatico. Il turismo è legato alla crescita economica: si trova lievemente al di sopra della linea di crescita economica tranne che nei paesi ad economia emergente. E il turismo può avere ruolo attivo nel potenziamento dell'economia anche perché dà occupazione. L'Ocse tende a incoraggiare un approccio turistico mirato alla crescita; posti di lavoro di qualità nel mondo del turismo e politiche che sostengano l'importanza della forza lavoro; infine un uso trasparente dei fondi che provengono dalle imposizione fiscali sul turismo”.
