Eliminare l'Imu sugli stabilimenti termali e sulle strutture alberghiere. La richiesta è del presidente di Federterme Costanzo Jannotti Pecci che chiede al governo di "fornire un concreto segnale in direzione del rilancio del settore turistico-termale, che sta registrando la più grave crisi degli ultimi venti anni, con numerose aziende a rischio chiusura, tra cui alcune anche di rilevanza storica".
"L'incidenza dell'Imu – sottolinea Pecci – in un settore caratterizzato da consistenti assetti immobiliari, sovente di no-tevole valore artistico e architettonico ma a bassissima redditività, è ormai ai limiti della sostenibilità ed è arrivata a riflettersi in modo pesante anche sui livelli occupazionali. I rincari rispetto all'Ici sono stati, in alcuni casi, anche del 500/600% – aggiunge il presidente di Federterme – e se al conto aggiungiamo anche gli effetti dell'Irap, considerato che il comparto turistico-termale è caratterizzato dall'essere un comparto labour intensive e che presenta i fatturati tipici di imprese di dimensione medio-piccola, l'impatto finanziario che ne consegue è davvero de-vastante. Abbiamo pertanto indirizzato una nota al premier Enrico Letta e ai ministri del Turismo e dello Sviluppo Economico Bray e Zanonato – ha concluso Jannotti Pecci – sollecitando l'urgente adozione di misure di riduzione dell'IMU sugli alberghi e sugli stabilimenti termali e ci attendiamo che il Governo si muova in modo consequenziale rispetto alle sue linee programmatiche, nelle quali lo sviluppo economico è ‘la' priorità, insieme al lavoro".