sabato, 23 Novembre 2024

Il turismo russo valeva 1 mld nel 2019, ora è zero

A marzo, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, la spesa dei viaggiatori russi in Italia si è sostanzialmente annullata mentre nel 2019 si aggirava attorno a un miliardo di euro all’anno (2,2% delle entrate turistiche complessive). Emerge dall’indagine condotta dalla Banca d’Italia sul turismo internazionale. Nell’ambito delle sanzioni adottate dalla comunità internazionale nei confronti della Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina, infatti, sono state introdotte significative restrizioni ai viaggi internazionali dei cittadini russi.

Secondo dati di fonte United Nations World Tourism Organization, nel 2019 la spesa dei viaggiatori russi nel mondo era pari a 32,3 miliardi di euro, il 2,4% dei proventi globali da turismo internazionale. Per effetto della pandemia di Covid-19, nel 2021 tale spesa è scesa a 9,6 miliardi, pari all’1,9% delle entrate mondiali. Secondo i dati di bilancia dei pagamenti, dal 2004, punto di minimo della serie storica, la spesa dei viaggiatori russi in Italia ha evidenziato un trend di forte crescita fino a un picco nel 2014.

Nel successivo biennio le entrate si sono ridotte di oltre un terzo; alla diminuzione, avvenuta in un contesto di espansione del turismo internazionale in Italia, hanno contribuito le sanzioni conseguenti all’invasione russa della Crimea e il forte calo del prezzo del petrolio, che ha penalizzato le economie esportatrici di materie prime energetiche, quali la Russia. Dopo un parziale recupero nel 2017, la spesa si è mantenuta su livelli sostanzialmente stabili fino al 2019 attorno a un miliardo di euro all’anno (2,2% delle entrate turistiche complessive). Nel 2020 le entrate riconducibili ai turisti russi si sono ridotte più di quelle riferite ai viaggiatori provenienti dal complesso dei paesi esterni all’Unione europea. Nonostante la crescita dall’estate dello scorso anno, nella media del 2021 la spesa dei viaggiatori russi è stata pari a soli 0,2 miliardi (1% delle entrate turistiche totali dell’Italia).

Il graduale recupero si è bruscamente interrotto nel marzo del 2022, dopo lo scoppio della guerra, quando la spesa dei viaggiatori russi in Italia si è sostanzialmente annullata. Per quanto concerne le caratteristiche della spesa dei turisti russi, nel 2021 la quota per viaggi d’affari e quella per vacanze sono state comparabili, pari a circa un terzo ciascuna. Confermando una preferenza per i viaggi culturali già manifestata prima della pandemia, i vacanzieri in arrivo dalla Russia si sono diretti principalmente nelle città d’arte (59% della spesa) e, in misura minore, nelle località balneari (27%), utilizzando in prevalenza strutture ricettive quali villaggi e alberghi (oltre metà della spesa). Sul complesso delle entrate riconducibili ai turisti russi in Italia la quota destinata all’alloggio, circa il 40%, è stata in linea con quella degli altri viaggiatori internazionali, mentre quella per lo shopping è risultata più alta (il 24% per i turisti russi e il 20% per gli altri). (

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