venerdì, 22 Novembre 2024

Tassa soggiorno a province, Federalberghi: idea sbagliata

Cirillo (Pd): produrrà ulteriore confusione con Regioni che su turismo hanno competenze esclusive

Già la tassa di soggiorno sul modello Roma non convinceva gli addetti ai lavori. Ora la novità che a gestirla siano le province convince ancora meno. Nell'ambito del decreto del federalismo fiscale sul fisco municipale, infatti, tra le ipotesi di modifica sul piatto c'è che le province gestiscano la tassa di soggiorno. I Comuni capoluogo di provincia, hanno diritto a istituirla mentre gli altri Comuni possono prevederla ma concordandola con la Provincia che ne gestisce gettito e quote.
Per il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, "l'ipotesi circolata in queste ore di una tassa di soggiorno contemplata nel decreto sul federalismo municipale è inaccettabile; la linea di impostazione di questa tassa segue il modello di tassazione applicato a Roma e è un modello penalizzante per un solo comparto e crea sperequazioni all'interno delle categorie turistiche". A questo punto, osserva Bocca, "sarebbe più equo che, se proprio tassa deve essere, il relativo onere venga distribuito tra tutti i soggetti che dal turismo traggono beneficio, coinvolgendo quindi l'insieme delle categorie economiche presenti sul territorio interessato".
Polemico anche il responsabile Turismo del Pd Armando Cirillo: "si passa dall'avventato 'modello Roma' al confuso 'modello Lega' che coinvolge diversi livelli istituzionali pensando solo a spremere ulteriormente questo importante settore produttivo già massacrato dalla crisi. Si chiamano in causa Comuni e Province producendo ulteriore confusione con le Regioni che sul turismo detengono competenze esclusive. Questa tassa che è nata male a Roma, viene estesa a tutto il Paese in modo incomprensibile. Purtroppo produrrà solo nuova disoccupazione, di imprenditori e di lavoratori".

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