sabato, 27 Aprile 2024

Tassa soggiorno, nel 2023 incassati 702 milioni: +13,4%

“Il 2023 ha portato nelle casse dei Comuni italiani un consistente tesoro grazie agli incassi derivanti dall’imposta di soggiorno: incassi ben superiori alle già positive previsioni di inizio anno, quando si preannunciava un incasso pari a 678 milioni di euro. Infatti nell’anno appena terminato si sono raggiunti i 702 milioni, con un dato in crescita del +13,4% rispetto all’anno precedente e +12,8% rispetto all’anno pre-pandemia, vale a dire il 2019”. A fare i conti è Massimo Feruzzi, responsabile dell’Osservatorio nazionale di Jfc sulla tassa di soggiorno, in occasione delle audizioni sulla revisione dell’imposta dinanzi alla Sesta Commissione Finanze del Senato presieduta dal leghista Massimo Garavaglia (ministro del Turismo nella passata legislazione) di Associazione italiana Confindustria alberghi; Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori; Anci; Upi; Airbnb; Federalberghi; Consorzio Netcomm e altri.

A dicembre 2023 – secondo Jfc – erano complessivamente 1.013 i Comuni nei quali i turisti si trovano pagare l’imposta di soggiorno, oltre agli ambiti provinciali di Trento e Bolzano. Di questi, ben il 36,8% – oltre 258 milioni – è stato incassato dai Comuni delle regioni dell’Italia centrale, vale a dire Lazio, Toscana, Marche ed Umbria; il 27,9% dalle regioni dell’Italia nord orientale (Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) con un incasso complessivo di circa 196 milioni, mentre l’Italia nord occidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia e Liguria) ha raccolto poco più di 126 milioni, quindi il 18% del totale nazionale; l’Italia meridionale (Puglia, Abruzzo, Campania, Calabria, Basilicata, Molise) l’11,1%, pari a circa 78 milioni, e infine le due isole (Sardegna e Sicilia) una quota del 6,2% sul totale nazionale, pari a 43 milioni circa.

 

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