mercoledì, 24 Aprile 2024

Franceschini-Google su turismo e divario digitale

Botta e risposta stamattina a Roma, tra il presidente di Google Eric Schmidt e il ministro per i beni culturali e il turismo Dario Franceschini che, in un dibattito pubblico presso la Facoltà di Architettura dell'Università La Sapienza, si sono confrontati sui temi della cultura e del turismo e le sfide digitali in questi campi.
"La cultura non può essere consegnata alle logiche di mercato – ha puntualizzato il ministro – un prodotto può essere di grande valore culturale ma non essere redditizio, e quindi occorre mettere confini fra ciò che si fa al servizio dell'umanità e ciò che si fa per profitto. La cultura è un servizio".
Schmidt ha invece sottolineato come l'Italia abbia una disoccupazione giovanile al 40%. "Un modo per affrontare questo problema è far recepire le abilità a livello digitale – ha detto – incoraggiare i giovani in questo senso".
Dal canto suo, Franceschini ha ammesso "l'arretratezza digitale del Paese", e in particolare nel settore turistico, dove invece "è un dovere aiutare la digitalizzazione delle strutture private e anche della parte pubblica". "Le applicazioni legate al turismo e alla cultura possono incrociarsi con le start up, e la politica può aiutare in questa direzione" ha aggiunto Franceschini, che ha spiegato di recente siano state approvate norme per assumere giovani nel settore culturale in deroga ai tetti per la Pubblica Amministrazione.
Quindi Franceschini ha "aperto" alla possibilità di collaborazione con il gigante del web, ad esempio "digitalizzando tutto il patrimonio artistico-monumentale italiano, magari in 3D".  "Questi terreni di collaborazione si possono trovare, sottraendoli però a logiche di mercato" ha ribadito.
"Il futuro dell'arte è online, ma soprattutto la sfida sarà sul telefonino" ha concluso Schmidt spiegando che Google ha già una piattaforma digitale per le opere d'arte e su uno smartphone si può già rendere visibile tutto ciò che c'è in un museo. Sul fronte commerciale, inoltre, un negozio d'arte può mettere online le opere da vendere. "Sono due modi per aiutare a promuovere l'arte" ha detto, chiarendo che nel mondo ci sono 2,5 miliardi di utenti di Internet dei quali ben due miliardi lo usano sul telefonino. "E la prossima generazione di telefonini – ha anticipato – avrà schermi a sei pollici". Insomma per il boss del gigante informatico un Paese come l'Italia, ricchissimo di opere d'arte, dovrebbe approfittare di queste opportunità.

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