Durante la prossima stagione invernale 2014/15 Ryanair servirà 12 destinazioni dall'aeroporto di Trapani, operando 126 voli settimanali con i quali si stima di trasportare oltre 1,5 milioni di passeggeri. L'annuncio è stato dato dalla stessa low cost nel corso di una conferenza stampa a Birgi.
Ryanair ha inoltre festeggiato il traguardo degli 8 milioni di passeggeri trasportati da e per Trapani che portano a oltre 13,5 milioni il numero totale di passeggeri finora trasportati in Sicilia.
Ma per gli operatori turistici trapanesi è uno schiaffo, l'ennesimo, che la low cost riserva al settore turistico della provincia di Trapani. Al di là delle frasi di circostanza e del falso entusiasmo per i risultati raggiunti rimane sul campo di battaglia un ulteriore taglio dei voli sullo scalo trapanese a beneficio di quello palermitano. Un taglio dei voli che segue quello già effettuato sulla timetable estiva 2014 e la rimozione di un aeromobile dalla base trapanese. Ma tutto sommato, non si può incolpare Ryanair di voler fare i propri interessi.
Ryanair è un leone, e come tale balza sulla preda quando vede conveniente cacciarla e la ignora, per prede più facili quando il gioco non vale la candela. In fondo Ryanair aspetta ancora i soldi da alcuni comuni che, al di là delle solite promesse da politicanti, non hanno ancora ottemperato a quanto pattuito. Ma la colpa del lento declino dell'aeroporto non è solo della politica.
E l'Airgest? Prima ha mendicato aiuto dagli operatori salvo poi ignorarli quando ha ottenuto l'attenzione delle istituzioni proprio grazie all'interessamento degli stessi operatori. Si è fatta pagare dai comuni (da tutti noi) l'accordo con Ryanair, da quest'anno intascherà le tasse aeroportuali ed infine in finanziaria sono stati stanziati i famosi soldi della guerra in Libia che, se arriveranno mai a Trapani, finiranno proprio nelle casse dell'Airgest. Perché mai l'Airgest dovrebbe avere stimoli e fretta per agire? I conti tornano nelle loro casse.
E qui dobbiamo per forza di cosa puntare anche il dito contro gli operatori turistici, seduti sotto il fico sperando che qualche frutto gli cada in bocca. Ad un anno dall'operatività, Comiso è riuscito a movimentare 140 voli charter da Parigi, Bruxelles, Marsiglia, Ginevra, Lione, Stoccolma, Svezia, Tunisi, Tel Aviv, laddove l'aeroporto di Trapani, in quasi 10 anni di attività, ha solo volato e "sperato" su Ryanair. Si ok! Mi si dirà che a Ragusa ci sono imprenditori illuminati, grandi capitali, business impensabili qui in queste terre di confine. Poi vado a vedere il piccolo aeroporto di Pantelleria e vedo che Pantelleria ha una tabella di voli charter settimanali che volano da Bergamo, Bologna, Venezia, Linate e Roma.
E se una rondine non fa primavera, 2 rondini dovrebbero far riflettere sull'incapacità delle classi dirigenti della provincia di Trapani (politica, industriale, associazionistica). Incapaci di guardare oltre il proprio orticello e di riconoscere il merito ma capaci di premiare solo l'amicizia e l'affiliazione. C'è bisogno di un moto di orgoglio da parte dei privati che inizino a organizzarsi seriamente. Il comparto turistico trapanese deve diventare artefice del proprio destino, eliminando vecchie rivalità da bottegai ed unirsi in un progetto serio di rilancio del territorio, oppure rassegnarsi a soccombere alle voglie ed alle manie degli altri.