Mentre la nostra regione viene ceduta alle industrie prive di scrupoli pronte a distruggere le nostre risorse naturali e paesaggistiche, ad ogni angolo si moltiplicano convegni e studi su argomenti culturali e turistici come se si sentisse ancora il bisogno di trovare la magia nascosta per il rilancio del territorio. Si assiste a convegni fatti oggi con dati turistici del 2011, si è costretti a prendere lezioni di turismo da chiunque, comprese istituzioni sindacali, istituzioni d’arte ed associazioni minori che creano eventi non certamente mirati ad un mercato straniero ma che si ergono al presuntuoso ruolo di sostituzione delle istituzioni turistiche senza interpellare chi di turismo fa sindacato in rappresentanza di strutture di servizi, accoglienza e ristorazione.
Renzi ci considera solo come territorio da sfruttare dicendo che è impossibile andare a parlare di energia e ambiente in Europa se non sfrutti l’energia e l’ambiente che hai in Sicilia e in Basilicata.
E nel frattempo la Regione Siciliana apre la caccia all’oro nero nel canale di Sicilia già rilanciata nell’estate del 2012, con il piano energetico presentato da Corrado Passera, allora responsabile del dicastero per lo Sviluppo Economico. L’idea di Mario Monti era semplice: raddoppiare le estrazioni in Sicilia fino a soddisfare il 20% della domanda. Sulle coste siciliane sono già undici i permessi di ricerca concessi, mentre diciotto istanze sono ancora in attesa di valutazione: si va dalle spiagge dorate di Marsala e Sciacca, fino ai mari dell’isola di Pantelleria e di Favignana, un tempo scenografia della mattanza, la storica e folcloristica pesca del tonno… Che bella idea per incentivare le nostre bellezze naturali!!!
Il governo della Regione Sicilia ha stabilito che le tasse siano tagliate fino al 13% per i cercatori di petrolio desiderosi di andare a caccia dell’oro nero siciliano. “Non possiamo mantenere un alta tassazione per le imprese produttive” si era giustificato Crocetta. Discorso simile è quello che riguarda la ricerca offshore nei mari siciliani, dove le royalties sono bloccate tra il 7 e il 10%, tra le più basse del mondo se si pensa che in Russia arrivano fino all’80%. Un’idea piaciuta molto ai grandi colossi del settore, come la Shell, la Transeunion Petroleum e le stesse Edison ed Eni.
Chiediamo ai nostri amministratori e rappresentanti, sia nella regione, sia nei comuni, sia al parlamento e senato nazionale di prendere una chiara posizione a riguardo per affiancare un popolo ormai abbandonato agli interessi di una Italia che non è la nostra. Valuteremo le vostre azioni politiche e faremo eco agli sviluppi di questo pericolosissimo problema.