sabato, 4 Maggio 2024

Palazzina Stupinigi, torna visitabile il gran Salone juvarriano

È tornato a splendere il gran Salone della Palazzina di Caccia di Stupinigi, residenza sabauda alle porte di Torino. 

La Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali del capoluogo di Torino l’ha inserito nel percorso di visita della Palazzina dopo un restauro di sette mesi del valore di 250 mila euro.    “Una chicca all’interno di una chicca quale è questa Palazzina, vero luogo di loisir per i Savoia – commenta Maurizio Cibrario, presidente della Consulta – che è giusto che tutti possano vedere”.

L’organismo si occupa di Stupinigi, proprietà dell’Ordine Mauriziano, dal 2007, quando vennero reimpiantati sulle antiche rotte di caccia che circondano il Palazzo 1.700 pioppi cipressini. Nel 2009 vennero recuperati dodici grandi medaglioni lignei della Genealogia sabauda, mentre nel 2012 venne riportata al suo splendore la Sala degli Scudieri, con le tredici tele del Cignaroli sulle fasi della caccia, e nel 2014 vennero restaurate le boiseries e le tele dell’Anticappella e della Cappella di sant’Uberto. 

Adesso stanno per partire i lavori per il restauro degli appartamenti della Regina, e, appena sarà possibile, per quello degli appartamenti del Re.

“Questa è una giornata importante – ha detto Cristiana Maccagno, vicepresidente Fondazione – un nuovo passo verso il recupero totale di questo grande bene culturale. Noi operiamo con un forte spirito filantropico, proprio come quello della Consulta, mirato a valorizzare le nostre bellezze. Non pensando ad un riscontro in immagine, come oggi mi sembra facciano molti sponsor, – ha aggiunto – ma per convinzione”.   

Per rilanciare la Palazzina, inserita nel circuito delle residenze Sabaude che l’Unesco ha proclamato patrimonio dell’Umanità, si sta pensando di portare una grande mostra nel 2016 a Stupinigi, quest’anno sede di concerti e altre iniziative. La Fondazione sta lavorando al nuovo statuto, di concerto con i Ministeri della Cultura e Finanze, “uno strumento determinante per le politiche sociali e culturali future”.

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