martedì, 26 Novembre 2024

Asti punta sul turismo accessibile

L’obiettivo è ampliare e migliorare offerta turistica per persone con esigenze specifiche

“Un mondo totalmente accessibile è un’utopia. Occorre comunicare ciò che è già accessibile, il resto poco per volta si adegua”. È quanto ha affermato Gianni Ferrero, dg del CPD di Torino e membro del Comitato ministeriale del Turismo Accessibile, durante l’incontro ad Asti per una ‘Città Etica’. L’iniziativa, voluta dal Assessorato al Turismo (Cerrato) e dall’Assessorato alle Politiche Sociali (Vercelli) del Comune di Asti, prende spunto dall’esperienza di ‘Turismabile’, progetto della Regione Piemonte realizzato dalla Consulta Persone in Difficoltà di Torino.
Adesso il Comune di Asti ha deciso di far propria questa filosofia finalizzata ad ampliare e migliorare l’offerta turistica nei confronti dei turisti con esigenze specifiche e, soprattutto,  valorizzare e promuovere  l’esistente in un’ottica che non può prescindere dall’accessibilità e dalla formazione degli operatori sulle tematiche dell’accoglienza per tutti.
Durante l’incontro sono stati elencati e discussi molti progetti già avviati come l’accessibilità ai negozi della città, la mappatura delle barriere architettoniche, la possibilità per i turisti di noleggiare e avere l’assistenza tecnica per le sedie a rotelle, la partecipazione al Salone del Mobile di Milano con mobili disegnati da ragazzi down, molte altri i temi affrontati, tra cui gli approfondimenti già affrontati dall’Università di Asti con il master in Sviluppo locale. Ora il tavolo di lavoro ‘Asti, città etica’ sarà periodico e ampliato a nuovi soggetti. Due le prioritàgià individuate: risolvere i problemi di accessibilità della Stazione ferroviaria e la candidatura della Città di Asti al progetto europeo ‘EDEN’ che sceglierà nel 2013 le 5 mete turistiche più accessibili.
Infine, Ferrero ha ribadito il ruolo fondamentale delle politiche turistiche. “Il turismo è l'unica materia che coinvolge tutti i settori, trasporti, commercio, cultura, urbanistica, etc. Una città orientata e progettata per il turismo deve abbondonare l’ossessione per i bollini o per le certificazioni delle strutture turistiche, non servono più. Una città non si trasforma all’improvviso, occorre partire da un itinerario, il resto viene da sé. Occorre fare un salto culturale”.

 

News Correlate