Porto Cesareo, al via lavori al Parco sommerso e costiero
mercoledì, 07 Maggio 2025
Sono partiti nei giorni scorsi lavori per la realizzazione del Parco sommerso e costiero di Porto Cesareo, un progetto promosso dal dipartimento Beni Culturali dell’Università del Salento e dal Comune di Porto Cesareo e approvato nell’ambito del Bando Smart-In, che la Regione Puglia ha destinato alla valorizzazione delle aree archeologiche.
Il progetto mira alla valorizzazione e fruizione delle importanti tracce di insediamenti umani, di rotte e traffici marittimi presenti sui fondali e caratterizzate, oltre che dalla densità e dalla varietà tipologica (strutture, relitti, aree di concentrazione di frammenti fittili, rinvenimenti isolati di ancore, anfore, ecc.), anche da un’eccezionale evoluzione storica – dal II millennio a.C. all’età tardomedievale e moderna – che rappresenta un altro valore aggiunto per la conoscenza della storia di questi paesaggi del Mediterraneo.
“Quello che il mare ha coperto – sottolinea una nota – è una larga fascia di costa antica che bisogna immaginare in continuità con le evidenze a terra”. La direzione scientifica è affidata alla professoressa Rita Auriemma, la direzione lavori a Francesco Baratti. Sono coinvolti anche l’Area Marina Protetta Porto Cesareo, la Capitaneria di Porto di Gallipoli-Porto Cesareo, il Centro di Educazione Ambientale e il Coordinamento Ambientalisti pro Porto Cesareo O.d.V. Il primo step sarà la realizzazione di indagini archeologiche, cioè prospezioni e scavi a terra e in mare, preliminari all’allestimento di percorsi costieri e subacquei.
“A Porto Cesareo, recuperando alla comunità salentina beni storici e archeologici di inestimabile valore – commenta il rettore Fabio Pollice – si otterrà un rafforzamento dell’attrattività turistica del nostro territorio e della Puglia nel suo complesso”. “Il progetto dedicato a Porto Cesareo – commenta la professoressa Auriemma – lancia una sfida entusiasmante: rendere visibile un patrimonio invisibile, “portare le persone al patrimonio”, cioè a toccare con mano i beni culturali sommersi”.
(photo credits @ansa)