venerdì, 29 Marzo 2024

A Lecce c’è turismo anche ad ottobre

Dopo un’estate da incorniciare, anche il mese di ottobre regalerà ottimi risultati dal punto di vista turistico nel Salento. Sono i primi frutti del lungo lavoro sulla destagionalizzazione.

“Siamo soddisfatti – afferma Andrea Montinari, che guida il gruppo Vestas – perché dopo gli ottimi dati di settembre, anche l’inizio di ottobre confermano l’andamento positivo. Ovviamente, non c’è il tutto esaurito, mai i risultati sono più che buoni. A differenza dei mesi estivi – aggiunge – dove si registra la forte presenza di italiani, la componente straniera è in forte crescita. Lecce è ancora una meta nuova per lo straniero e si tratta di migliorare offerta e servizi per rendere il territorio sempre più attrattivo. Ci aspettiamo, fiduciosi, un buon numero di prenotazioni fino al ponte di novembre. Dopo si avverte una leggera flessione che ci accompagna fino a Natale e Capodanno quando le richieste di soggiorno tornano a crescere”.

Si tratta principalmente di turisti stranieri che hanno una capacità di spesa maggiore rispetto agli italiani. Al top inglesi, tedeschi, francesi. Si tratta principalmente di gruppi organizzati di pensionati, ma anche coppie.

Buoni riscontri anche dal turismo congressuale, ma anche qui sono fondamentali gli stranieri.
Ma non mancano le ombre. “L’aumento dei turisti in città da solo non basta – spiega Arnaldo Tassi, consulente ed ex direttore di alberghi – perché non sempre i fatturati sono rose e fiori. Molte strutture alberghiere non assumono più a tempo indeterminato e questo è un sintomo di una profonda insicurezza. Quando una città ha il boom di turisti, ma gli alberghi soffrono c’è qualcosa che non va”.

Secondo Tassi, “Lecce sarebbe la capitale del risparmio ma non della qualità con il turista che viene qui solo perché costa poco. Gli alberghi tengono i prezzi più bassi a causa della concorrenza di b&b e case vacanze non sempre in regola. In questo modo non c’è redistribuzione del reddito tra le componenti del comparto turismo e il territorio, con le sue professionalità, si impoverisce”.

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