lunedì, 18 Novembre 2024

Antitrust: fusione aeroporti sardi può andare avanti

“L’operazione di concentrazione degli scali sardi non appare idonea a ostacolare in misura significativa la concorrenza effettiva nei mercati interessati e a determinare la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante”. Lo sancisce l’Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha deliberato di non avviare alcuna istruttoria sul progetto della Camera di Commercio di Cagliari di conferire in Ligantia la partecipazione detenuta nella società di gestione dell’aeroporto di Cagliari (nonché eventualmente della partecipazione in Sogaer che sarà detenuta da Fondazione di Sardegna a seguito dell’acquisto della stessa da Banco di Sardegna S.p.A.).

Questo a seguito di un aumento di capitale di Ligantia riservato all’ente camerale, che consentirà a quest’ultima di entrare nel capitale di Ligantia con una partecipazione pari al 40,5%. Al termine dell’operazione, Ligantia deterrà il controllo di tutte e tre le società di gestione aeroportual sarde risultando titolare di partecipazioni in Geasar (Olbia-Costa Smeralda) per il 79,79%, in Sogeaal (Alghero- Riviera del Corallo) per il 71,25% e in Sogaer (Cagliari-Elmas) per il 95,7%. Secondo l’antitrust questa operazione, infatti, “non risulta idonea a produrre effetti anticoncorrenziali nei mercati esaminati, determinando la mera sostituzione di un operatore con un altro”. Inoltre, in virtù della distinzione tra le catchment area degli aeroporti di Alghero, Olbia e Cagliari, l’operazione non risulta idonea a generare effetti di sovrapposizione orizzontale nel mercato dei servizi relativi alle infrastrutture centralizzate”.

Il progetto di fusione ha suscitato diverse polemiche nell’Isola, dove sia la giunta regionale uscente sia Confcommercio Sud Sardegna hanno espresso parere negativo sul progetto. In particolare, mentre i sindacati dei trasporti hanno chiesto chiarezza sull’operazione, la Regione, che è socio di minoranza della Sogaer, ha presentato opposizione al tribunale civile, mentre Confcommercio si è rivolta al Tar (a questo ricorso si era associata anche la Regione).

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