venerdì, 8 Novembre 2024

La Sardegna dice no alla tassa di soggiorno

La tassa di soggiorno non è gradita in Sardegna. “Sono decisamente contrario – spiega Luigi Crisponi, assessore regionale al Turismo – ad introdurla per rimpinguare le esauste casse dei Comuni. Si tratta di una tassa dannosa e per certi versi inutile visto che i costi dell'esazione sono più alti della produzione. Comprendo che il difficile periodo orienti le decisioni delle amministrazioni locali verso il 'disperato' bisogno di reperimento di risorse economiche per le finanze interne, ma non si può certo condividere il metodo e il periodo per raggiungere tale finalità. L'introduzione di una tassa può divenire ragionevole – sottolinea – quando si fissa non a fronte della vaga esigenza di 'raggranellare' risorse, ma quale seria contropartita a fronte di servizi erogati dalle pubbliche amministrazioni. Quando ciò avviene ed è chiaramente inevitabile, prima di qualsiasi introduzione della tassa dovrebbero essere coinvolti gli operatori del turismo nelle decisioni su come utilizzare al meglio i proventi, magari anche con formule innovative di co-marketing pubblico-privato. La tassa resta – argomenta Crisponi – iniqua e contraddittoria, e introduce turbativa sul mercato. Si rivolge, infatti, solo a chi frequenta strutture ricettive classificate; punisce chi soggiorna più a lungo; non è proporzionale al prezzo con cui si paga la vacanza; non assicura che le finalità degli introiti siano vincolati alla realizzazione di interventi a favore del turismo e di sostegno al lavoro delle strutture ricettive; fa gravare l'onere su una sola delle attività e non sulle tante, che traggono beneficio dal soggiorno; infine, è scandaloso che chi va a soggiornare nell'area 'oscura' delle seconde case non venga colpito. Di fatto – conclude – la tassa di soggiorno può mettere a rischio la competitività non solo dei comuni che l'hanno adottata ma addirittura dell'intero territorio regionale”. 

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