giovedì, 28 Marzo 2024

Tassa di sbarco in Sardegna? La proposta dei consiglieri di FI

Una tassa a carico di tutti i non residenti che soggiornano in Sardegna a fini turistici e a prescindere dalla natura della struttura ricettiva prescelta. É il senso dell’imposta regionale di sbarco prevista in una proposta di legge illustrata da Antonello Peru e Alessandra Zedda, esponenti di Forza Italia. Obiettivo dell’iniziativa sarebbe quello di semplificare la vita del turista e allo stesso tempo degli albergatori. La tassa verrebbe riscossa direttamente al momento dell’emissione dei biglietti aerei o navali. Inoltre, si punterebbe a rendere omogeneo in tutto il territorio regionale il contributo economico richiesto ai viaggiatori.

L’imposta di soggiorno attualmente vigente, infatti, oltre ad essere prevista da una legge nazionale, viene prelevata dalle strutture ricettive interessate dei Comuni che la applicano – per lo più alberghi – per tutti i giorni di permanenza. Ma, di fatto, sono esenti tutti coloro che non pernottano negli hotel. Secondo i consiglieri di FI ciò significa che a fronte di 14 milioni circa di arrivi nel 2017, solo 3,1 milioni hanno pagato la tassa di soggiorno. Questo ha generato un introito per i Comuni di 30 milioni di euro. Con l’imposta di sbarco, a pagare sarebbero tutti i turisti, e ai Comuni inseriti nell’elenco regionale delle località turistiche o città d’arte andrebbero circa 45 milioni di euro da ripartire in proporzione al numero di presenze turistiche, sulla base di un contributo nel biglietto di 3 euro. Restano fuori, ovviamente, i centri che preferiscono continuare ad attuare la tassa di soggiorno. La proposta di legge prevede anche delle esenzioni per soggetti che visitano la Sardegna per motivi diversi da quelli turistici o che, pur non essendo residenti, sono comunque nati nell’Isola. “Si tratta di un metodo per avere una tassa uguale per tutti – ha commentato Zedda – che nello stesso tempo esonera alcune categorie come le scolaresche o chi visita la Sardegna per motivi di lavoro o di salute”. “Oggi – ha concluso Peru – la tassa di soggiorno è pagata solo dal 25% di chi arriva, noi uniformiamo e omogeneizziamo tutti gli arrivi”.

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