Molto presto, con la proposta di legge sull’Home restaurant e il Social eating, alcune prassi consolidate in Sardegna si trasformeranno in un business. L’Isola, infatti, sarà la prima Regione in Italia a normare il settore. L’obiettivo è disciplinare i pranzi e le cene nelle abitazioni private. Si punta ad aprire il mercato della ristorazione a nuove economie della condivisione, ampliando l’offerta turistica tradizionale con piatti tipici e prodotti identitari che spesso non si trovano nei menù delle trattorie. In questo modo, spiegano gli esponenti di Fdi, si otterrà anche il risultato di valorizzare il tessuto delle piccole produzioni alimentari, anche con l’organizzazione di eventi enogastronomici attraverso le piattaforme digitali. La tradizione si sposa con internet e la globalità dei social network, ovvero gli strumenti per dare gambe a questa iniziativa.
Il testo di 15 articoli demanda alla Giunta regionale l’approvazione di un apposito regolamento di attuazione, prevedendo, tra gli altri, anche uno stanziamento ad hoc rivolto a progetti pilota da individuare attraverso un bando dell’assessorato del Turismo.
“Siamo convinti che il giusto connubio tra tradizione e la rete possa aprire un nuova stagione per la Sardegna e in modo particolare per l’interno”, sottolinea il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Mura. “Vogliamo contribuire a valorizzare il patrimonio enogastronomico della Sardegna – aggiunge il consigliere Fausto Piga – e offrire nuove opportunità di lavoro e crescita che non devono essere considerate in concorrenza con le tradizionali attività turistiche”.
A sostegno dell’iniziativa anche Cristiano Rigon, fondatore di Gnammo.com, il principale portale italiano del social eating che conta oltre 250mila iscritti, 23mila eventi, 8.909 cuochi in 2.538 città e che ha già registrato l’interesse di tanti sardi: 2.300 utenti e 400 iniziative in 70 centri dell’isola.