All’Ars interrogazioni sul decreto dell’extralberghiero
23 Luglio 2025, 12:06
La questione del contestato decreto assessoriale 2104/2025 che introduce nuovi vincoli per il comparto extralberghiero in Sicilia sbarca ufficialmente all’Assemblea regionale siciliana.
Sono state presentate due interrogazioni parlamentari, a firma dell’onorevole Ismaele La Vardera (Gruppo Misto) e dell’onorevole Roberta Schillaci (Movimento 5 Stelle), per chiedere la sospensione e la revisione del provvedimento, contestato da gran parte degli operatori del settore.
Le interrogazioni sollevano i rilievi già avanzati dalla Federazione nazionale FARE – Federazione Associazioni Ricettività Extralberghiera – e dalle associazioni territoriali confederate, che hanno denunciato come il decreto imponga oneri eccessivi, retroattivi e scollegati dalla realtà delle strutture siciliane. Tra i punti critici: obbligo di defibrillatori anche per i piccoli B&B, personale bilingue obbligatorio, requisiti strutturali e vincoli condominiali sproporzionati, oltre a limitazioni sulle denominazioni commerciali.
A rafforzare la voce del settore, negli scorsi giorni si è svolto un incontro all’Assemblea regionale siciliana con gli stessi onorevoli La Vardera e Schillaci, a cui ha partecipato una delegazione di FARE, che ha confermato la volontà di FARE di mantenere un dialogo costante con le istituzioni per una regolamentazione equilibrata e sostenibile.
“Abbiamo portato all’attenzione dell’Assemblea regionale il grido di allarme di tutto il comparto – dichiara Sergio Sanfilippo, consiglio direttivo nazionale FARE – Il decreto, così com’è, non solo non tutela l’extralberghiero, ma rischia di cancellarlo in tante aree della Sicilia. Abbiamo chiesto il ritiro immediato e la costituzione di un tavolo tecnico per la discussione delle modifiche al testo. La politica ascolti chi vive di ospitalità e conosce le esigenze di questo settore”.
“Non ci opponiamo alle regole, ma chiediamo che siano giuste, proporzionate e soprattutto discusse con chi ogni giorno costruisce il turismo sul campo”, aggiunge Elia Rosciano, presidente della Federazione FARE.
FARE ribadisce la propria disponibilità a contribuire alla revisione del decreto, mettendo a disposizione competenze tecniche, dati di settore e proposte concrete. “Il rischio di desertificazione turistica nei borghi e nelle aree interne della Sicilia è reale – è la conclusione – Le istituzioni hanno il dovere di ascoltare chi vive e lavora in quei territori per non spegnere una delle principali leve di sviluppo attive”.