L’extralberghiero in rivolta: ritirare il decreto
11 Luglio 2025, 11:59
Nonostante le assicurazioni dell’assessore al Turismo Elvira Amata circa la revisione del decreto assessoriale, esitato favorevolmente dalla Commissione Lavoro prima della sua pubblicazione, questo è andato in Gazzetta Ufficiale tale e quale, suscitando la rivolta dei titolari di BeB e Case Vacanze che reputano eccessivi, a volte ridicoli, o impossibili gli adeguamenti previsti dal nuovo decreto.
L’Associazione AST-Marsala, facente parte della Federazione Fare, condivide e supporta gli organi regionali e nazionali che ritengono le norme troppo ristrettive con vincoli strutturali linguistici e organizzativi sproporzionati e, in alcuni casi, retroattivi e chiede di ritirare il decreto e riscriverlo insieme alle Associazioni di categoria.
Tra le disposizioni più contestate c’è quella della previsione negli ambienti comuni (sala soggiorno, sala colazione, reception ecc.), di un bagno per le donne, uno per gli uomini e uno per i disabili con relativo antibagno. E’ facile immaginare come ciò possa risultare difficile da realizzare, oltre ad essere privo di senso, in bed and breakfast di 3 o 4 camere.
Inoltre, ogni camera sprovvista di bagno privato dovrà disporre di un lavandino all’interno della stanza. Quindi ogni struttura dovrà organizzarsi per sostenere impegnativi lavori di ristrutturazione, (qualora abbia gli spazi per realizzare quanto viene richiesto) oppure chiudere qualche stanza o l’intera attività.
Cambiano anche i requisiti per la classificazione: i B&B 3 stelle, ad esempio, dovranno mettere a disposizione degli ospiti, in maniera alquanto anacronistica, un telefono fisso negli ambienti comuni oltre ad un impianto citofonico per le chiamate interne, abilitato anche alle chiamate esterne.
Il D.A. introduce poi novità che in alcuni casi hanno del ridicolo, come il defibrillatore di cui tutte le strutture dovranno munirsi, come se bastasse a rendere esperti rianimatori i titolari; i materassi dovranno essere ignifughi, dotati di certificazione ma, fate attenzione, di un’altezza minima di 22 cm; i televisori nelle camere, invece, dovranno essere di almeno 32”.
Ogni struttura avrà tempo per adeguarsi fino al 30 giugno 2026 e avrà la possibilità di mantenere la classifica già assegnata fino al 31 dicembre 2026.
Perr il presidente AST Marsala, Gaspare Giacalone, il decreto mette in difficoltà l’intero comparto della ricettività extralberghiera, specialmente le strutture autorizzate con le normative preesistenti. “Tutti quelli, che non riescono a mettersi in regola, chiudendo alcune camere o declassificando le loro strutture, non troveranno un punto di equilibrio dei conti per stare sul mercato e saranno costretti a chiudere: è sacrosanto regolamentare le attività ricettive, ma per quale motivo si cerca far chiudere migliaia di partite iva che hanno contribuito alla rivalutazione dei centri storici e alla crescita dell’economia?”.