lunedì, 23 Dicembre 2024

Le nanotecnologie per studiare reperti subacquei

“Analizzare e studiare i reperti subacquei e valutare anche alcuni interventi di conservazione con le nanotecnologie, come è stato già fatto qualche mese fa sul relitto della nave di Marausa. In questo modo si potranno tutelare questi importanti beni e preservarli nel tempo. Non escludiamo quindi di poter ripetere presto le stesse applicazioni sulla nave punica anch’essa, come quella di Marausa, presente al museo Baglio Anselmi di Marsala”. Lo ha detto Roberto La Rocca, archeologo navale della Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia, illustrando a Palazzo Ciampoli a Taormina, uno dei propositi del “VI convegno nazionale di Archeologia Subacquea – XVI Rassegna internazionale di Giardini Naxos”.

Importante il trattamento conservativo con le nanotecnologie, come spiega Sabrina Zuccalà, amministratore di 4ward360, che ha sottolineato: “Sono soddisfatta del risultato ottenuto sul relitto di Marausa. Il mio laboratorio ha studiato e formulato un prodotto specifico per la conservazione, protezione della superficie del relitto dai danni causati dal tempo, dai raggi UV, dagli insetti xylofagi e dalle condizioni ambientali sfavorevoli alle quali può essere sottoposto durante l’esposizione museale. Questa moderna tecnica ha potuto dare questi ottimi risultati per merito della collaborazione scientifica con il Gruppo Arte 16 e con la Soprintendenza della Regione Sicilia, oltre alla eccelsa volontà di innovazione nella tutela dei beni culturali dell’ex assessore Sebastiano Tusa. Siamo certi che potremo estendere in futuro la nostra collaborazione per la tutela di altri reperti importanti ritrovati sott’acqua i quali potranno trarre beneficio da interventi nano tecnologici”.

 

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