mercoledì, 25 Dicembre 2024

Nasce la rete dei musei comunali siciliani: coivolte 177 realtà

Si chiama “Rete dei musei comunali della Sicilia” il progetto dell’Anci Sicilia che mette insieme 85 comuni e 177 musei dell’isola con l’obiettivo di valorizzare e promuovere il patrimonio museale della regione siciliana.

“Un progetto che punta alla valorizzazione del territorio – spiega Emanuele Albano, segretario generale Anci Sicilia – chi ha accesso a questa rete, ha modo di far conoscere non solo la propria realtà, ma le tutte le realtà che ne fanno parte. Faccio un esempio: si ha accesso a un singolo museo e attraverso un totem si vedranno anche tutti gli altri musei, quindi diventa una visita nella visita. Noi abbiamo un patrimonio immenso che, spesso non si conosce, ed è quello dei musei comunali, dal Gattopardo di Santa Margherita Belìce al museo archeologico di Francavilla di Sicilia, al museo del tempo di Canicattini Bagni al museo della Moda di Mirto, è un patrimonio immenso poco valorizzato. Il nostro obiettivo è sostenere i comuni che, sappiamo avere un poi di difficoltà, sia dal punto divisa organizzativo che pratico”.

La rete dei musei è in continua crescita, i comuni che lo ritengono utile, infatti, potranno candidare le loro strutture all’Anci. Presto verrà inoltre attivato anche un portale online, dedicato al progetto, dove saranno visibili tutte le strutture aderenti al progetto.

“L’idea nasce per aprire dei luoghi che potenzialmente sono stati chiusi per anni – prosegue Paolo Amenta, presidente Anci Sicilia – molto spesso i musei inoltre chiudono nel fine settimana, quando invece i turisti vi vogliono fare visita. Proveremo a metterli tutti insieme con un unico prodotto che raccontare la storia della Sicilia, poi andremo anche, caso per caso, a fare emergere i punti realmente attrattivi. Molti musei sono nei luoghi periferici della Sicilia e con questa promozione, con il portale, proveremo a portare alla gente nei luoghi dove speso non va”.  Secondo Amenta “da qui a poco tempo, i viaggiatori raddoppieranno, passeranno da un miliardo a quasi due miliardi, nell’arco di sette-otto anni, perché ci sarà più capacità di spesa nel mondo. I turisti cercheranno di quindi visitare territori del mondo che avranno delle caratteristiche particolari: territori dove ci sarà acqua pulita, dove si farà la transizione ecologica e dove troveranno cittadini esperti professionisti pronti a raccontare loro la storia di quei luoghi. Quindi dobbiamo prepararci ad accoglierli per spiegare non solo la storia dei luoghi, ma anche la storia e le radici di quei territori, dai percorsi enogastronomici e quello che è successo in quei luoghi”.

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