Una nuova campagna di scavi sull’isola di Mothia, antica colonia fenicia distrutta nel 397 a. C. dall’esercito di Siracusa, ha riportato alla luce la pavimentazione di una buona parte di un edificio dell’area “J” e strutture murarie, alte più di due metri, realizzate nella tipica tecnica “a telaio”.
Nella necropoli, invece, sono state scoperte diverse deposizioni, sia di inumati che di incinerati di varie età. Ciò fornirà spunto per uno studio sulle pratiche funerarie e sulle fasi d’uso.
“Stiamo completando la documentazione e lo studio dei reperti – dice Gioacchino Falsone, docente dell’Università di Palermo, che ha coordinato il lavoro di archeologi, antropologi e laureandi in Beni culturali – la campagna 2015 si conclude con un ottimo risultato”.
L’isola di Mothia, al centro della riserva naturale orientata dello Stagnone (Comune di Marsala), è proprietà della Fondazione Whitaker e potrebbe diventare il nuovo sito Unesco siciliano