martedì, 30 Aprile 2024

Segesta, reperti archeologici accatastati in mezzo ai topi

La denuncia del presidente del parco: non esiste un antiquarium perché non ci sono fondi

Nessuna vetrina o museo per i tesori ritrovati nell'area archeologica di Segesta. Iscrizioni, vasi, monete, armi, monili sono ammassati in magazzini senza alcuna protezione. E così dal 1990 migliaia di reperti si accumulano, rischiando il deterioramento a causa degli agenti atmosferici, o rimangono occultati nei depositi. In alcune casse vivono insieme a piccioni e topi che depositano lì i loro escrementi come rivela un'inchiesta de La Repubblica Palermo.
Eppure Segesta è tra i siti più importanti e visitati in Sicilia, il quarto dopo Agrigento, Siracusa e Taormina. Trecentomila sono i biglietti staccati all'anno, con un afflusso costante di visitatori che scelgono questo luogo esclusivamente in funzione del parco archeologico. Ma i soldi dei biglietti non fruttano quasi nulla. "C'è un contenzioso amministrativo in corso con il concessionario che è Nuova Musa – spiega Sergio Aguglia, presidente del parco – In regime di normalità il 30% del ricavato va al Comune di Calatafimi che ci finanzia il festival, il resto viene reinvestito nell'area archeologica, ma sono risorse che risultano insufficienti".
Nel settembre 2010 anche Segesta è rientrata all'interno della legge 2000, divenendo parco archeologico, un'entità autonoma staccata dalla Soprintendenza. Sono stati nominati i dirigenti, a cui è stato affiancato un gruppo di collaboratori. E' stato istituito un comitato tecnico scientifico con la Scuola Normale Superiore di Pisa e l'Università di Pisa. Ma non è cambiato niente.
Anzi sono rimasti al palo due progetti da 15,5 milioni di euro che prevedevano la realizzazione di un complesso museale e il riordino della viabilità interna con lo spostamento più a valle dello spazio di manovra degli autobus.
"L'assessorato Beni culturali ha preferito fare piccoli finanziamenti a pioggia su tutto il territorio – conclude Aguglia – piuttosto che concentrare le risorse su un'area come quella di Segesta. Adesso speriamo di ricevere finanziamenti dal ministero per i Beni e le attività culturali attraverso il progetto Mumex di Invitalia".

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