“Nei tavoli aperti con il ministero dell’Economia uno dei punti in questione è il tema della condizione di insularità e della continuità territoriale, cioè la possibilità che, attraverso la condizione di insularità, si possano garantire ai siciliani tariffe aeree calmierate”. Con queste parotle il vice presidente della Regione e assessore all’Economia Gaetano Armao è tornato a parlare del caro-biglietti aerei dopo che il governatore Nello Musumeci aveva raccontato di aver pagato 540 euro per un volo di sola andata Roma-Catania.
“Purtroppo – ha sottolineato Armao – la condizione di insularità ci pone in una situazione per cui l’aereo spesso è essenziale e ci porta ad avere prezzi proibitivi e condizioni inaccettabili intanto per i siciliani e poi per sviluppare qualsiasi forma di turismo massiccio, perché è evidente che con questi prezzi i turisti se ne vanno da altre parti e non vengono in Sicilia”.
Sull’argomento è intervenuto anche Giancarlo Cancelleri, deputato M5S all’Ars: “I biglietti aerei per la Sicilia costano un botto? Siamo contenti che Musumeci sia tornato sulla terra e se ne sia finalmente accorto, chissà che non si svegli dal letargo e si adoperi per far partire la continuità territoriale per gli aeroporti di Trapani e Comiso, di cui finora si è completamente e vergognosamente disinteressato, nonostante le reiterate sollecitazioni che gli sono arrivate dal ministero dei Trasporti. Eppure i soldi per fare partire l’operazione ci sono. Sul piatto della continuità territoriale con i due aeroporti ci sono infatti 31 milioni di fondi nazionali e 15 milioni di fondi regionali”.
In realtà, così come ha ricordato Toti Piscopo nell’editoriale di fine anno, “quello ricordato da Musumeci è sì un problema ma riteniamo non essere il problema. Oggi, più di ieri, occorre un’azione politica forte ed adeguata alle esigenze del mercato utilizzando anche lo splendido know how acquisito in questi anni dalla Gesap e dalla Sac”.