E’ aperto dalle 10 alle 24 e dispone di seicento metri quadrati, giardino, bookshop e fotografie d’archivio alle pareti: è il Caffè del Teatro Massimo che dallo scorso weekend ha riaperto i battenti a Palermo e ora si candida a tappa obbligata per i turisti in arrivo in città.
Da luogo di chiacchiere e di svago della buona società dei primi del Novecento, oggi è diventato un caffè aperto alle iniziative culturali, alla musica, agli incontri, grazie alla collaborazione tra il Teatro Massimo e Coopculture, che lo gestisce in associazione con Cot Ristorazione Società cooperativa. Coopculture è già presente in oltre 250 luoghi di cultura di tutta Italia, tra cui il Colosseo, la Domus Area, Pompei, le Scuderie del Quirinale, Palazzo Ducale a Venezia.
Il nuovo spazio funziona come buvette del Teatro ma sarà anche aperto al pubblico tutti i giorni tranne il lunedì, con menu dedicati alla valorizzazione delle eccellenze del territorio. Spazio per un bookshop e per attività per i bambini. L’area è free wireless.
“Lavoriamo ogni giorno perché questo Teatro diventi un luogo di riferimento e di aggregazione per la città – commenta il sovrintendente Francesco Giambrone – e l’inaugurazione di questo Caffè è un altro passo in questa direzione”.
“Si è costituita una associazione virtuosa tra l’esperienza professionale di chi ha già operato a Palermo nel settore specifico della riqualificazione di spazi storici – dice Alberto Coppola, direttore del Caffè – e due grandi strutture societarie leader nei loro settori. Il tutto per portare a nuova vita, con un investimento privato di circa 300 mila euro, uno spazio all’interno del teatro Massimo già pensato da Basile e utilizzato fino alla seconda guerra mondiale”.
Gli spazi, di circa 600 metri quadrati coperti e 300 di giardino, comprendono la Sala quadrata al piano terra nella parte destra dell’edificio (nel passato adibita a Circolo della stampa e più recentemente utilizzata per conferenze e incontri) e il vasto salone con le volte a crociera che si trova sotto al foyer. Nel grande salone 38 fotografie tratte dagli archivi del Teatro. “L’idea – spiega Giuseppe Marsala, curatore del’allestimento delle fotografie storiche – è di mostrare ciò che il pubblico non vede dalla sala: un allestimento destinato a variare e ad arricchirsi nel tempo in maniera ciclica grazie al ricchissimo archivio del Teatro Massimo”.