L’Italia resta chiusa fino a maggio e da lunedì più di metà del Paese sarà in zona rossa, con Calabria, Toscana e Valle d’Aosta che si vanno ad aggiungere alle 7 regioni e alla provincia autonoma di Trento in cui sono già in vigore le restrizioni più dure, mentre il Lazio torna in arancione.
Fino al 30 aprile, dunque, niente spostamenti tra le regioni, saracinesche ancora abbassate per bar e ristoranti, riapertura di palestre, piscine, cinema e teatri a data da destinarsi, zona gialla cancellata fino alla fine del mese.
Il premier Mario Draghi lascia però aperto uno spiraglio: ci sarà un monitoraggio “settimana per settimana” e se i numeri lo consentiranno non si possono escludere “cambiamenti in corso”. Il governo prorogherà dunque l’attuale decreto in vigore già all’inizio della settimana prossima dopo l’incontro lunedì con le Regioni, e valuterà non prima della metà del mese l’andamento della curva dei contagi. In ogni caso è probabile che fino al 30 aprile, quando scadrà lo stato d’emergenza in vigore dal gennaio dell’anno scorso, non cambierà nulla. Sarà quella l’occasione per definire la durata della proroga e un quadro graduale delle riaperture.
Ma Draghi fa però capire che forse la fine del tunnel si comincia a vedere. Lo fa rispondendo a chi gli chiede se consiglierebbe agli italiani, come ha fatto il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, di prenotare le vacanze estive: “Sono d’accordo con lui, se potessi andare in vacanza ci andrei volentieri”.