“Serve una robusta promozione turistica per sostenere i beni culturali. In Sicilia c’è da fare molto, è uno dei posti più belli al mondo”. Lo ha detto Romano Prodi, a margine del convegno “Le nuove imprese per una nuova industria della cultura e dei beni culturali”, che si è svolto a Palazzo dei Normanni, a Palermo. “Da economista posso evidenziare il problema legato al finanziamento dei beni culturali – ha osservato -. Le risorse pubbliche sono poche, quelle private per la verità promettono tanto, ci sono dei bei casi eccezionali ma sono casi a eccezionali. I dati sul turismo di quest’anno sono ottimi – ha continuato – ma rimangono infinitamente inferiori rispetto alle potenzialità che ci sono”.
Secondo il presidente della Regione, Rosario Crocetta, invece, per coniugare sviluppo e fruizione dei beni culturali in Sicilia utilizzando le risorse della programmazione europea 2014 -2020 bisogna partire “dalle peculiarità dell’Isola”.
“Abbiamo avuto quest’anno un incremento del 25% del turismo – ha detto – Dobbiamo cominciare a valorizzare il sistema che abbiamo cercato di incentivare con la legge sull’albergo diffuso. E’ inutile inseguire modelli di sviluppo economico che sono stati fallimentari nel passato – ha aggiunto – Le vocazioni della Sicilia sono la sua grande bellezza, il suo patrimonio artistico, la sua cultura, il turismo, agricoltura, pesca, la valorizzazione dell’ecosistema e del sistema di imprese ecosostenibili. E poi c’è il tema dell’innovazione e delle infrastrutture”.
Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone ha invece proposto come modello di riferimento per la gestione dei beni culturali in Sicilia quello della Fondazione Federico II di matrice privatistica. “Questo può essere considerato un modello, perché per i beni culturali, in generale, occorre una gestione più dinamica”, ha sottolineato.