Turismo e infrastrutture punto di ripartenza per la nuova stagione di Sicindustria. Alla vigilia del nuovo anno, con il convegno “Infrastrutture e turismo per la crescita della Sicilia”, che si è svolto ieri pomeriggio nella sede di via Alessandro Volta a Palermo, l’associazione riparte affrontando un argomento sensibile allo sviluppo economico dell’intero Paese, e particolarmente della Sicilia che quest’anno ha concluso una stagione turistica positiva, e riaccendendo i riflettori su un settore economico di cui non si deve più parlare ma iniziare ad agire.
Come ha esordito Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria, “per incentivare il turismo non si può prescindere dalle infrastrutture. La mancanza di collegamenti interni ha frenato il nostro sviluppo e per mancanza di una grande pianificazione politica e tecnica oggi abbiamo un’Italia a due velocità. Ma non ci può essere crescita per l’intera nazione senza la crescita del Sud”.
Dello stesso avviso anche Roberto Lagalla, assessore regionale all’Istruzione e alla formazione professionale, secondo cui “il tema del legame infrastrutture e turismo è a sempre attuale ai fini dello sviluppo e della crescita possibile dell’isola”. Secondo La Galla, “serve una programmazione non solo europea ma che riguarda l’intero bacino euro mediterraneo”.
Per Antonio Barreca, direttore generale di Federturismo, “la Sicilia deve decidere cosa vuole dal turismo e se intende puntare sul turismo di qualità. Basterebbe scegliere dei segmenti specifici e studiare un’adeguata campagna di marketing turistico per far arrivare i turisti”.
Dal canto suo, Giuseppe Cassarà, presidente Federturismo Sicindustria, ha sottolineato “la necessità di ampliare l’arco stagionale di utilizzazione degli impianti e promuovere un articolato turismo culturale utilizzando l’enorme patrimonio artistico-monumentale della Sicilia. Per farlo però occorre armonizzare le direttive europee con quelle nazionali e con le vecchie norme ancora vigenti nella nostra regione. E’ inoltre di vitale importanza superare la marginalità geografica della Sicilia con una revisione dei trasporti e una riduzione mirata dei costi di trasporto. In sostanza serve un intervento strutturale sinergico Stato-Regione, con il concorso delle imprese per una concreta politica di sviluppo”.
“Il turismo è essenziale per la Sicilia – ha sottolineato il ministro del Turismo Gian Marco Centinaio – ma solo pochi sanno perché devono venire in vacanza in Sicilia, eppure qui si può vivere di turismo 11 mesi l’anno. Ma la Sicilia, che ha un’anima come ogni destinazione, deve decidere a chi rivolgersi, ad esempio potrebbe indirizzarsi ai turisti alto-spendenti. Ma è in grado di offrire servizi all’altezza? Per portare i turisti in Sicilia, infatti, ci vogliono le infrastrutture ma qui ci sono strade da terzo mondo per non parlare della rete ferroviaria e anche del turismo crocieristico. La Sicilia potrebbe diventare l’hub delle crociere nel Mediterraneo vista la sua posizione invece l’hub sono le Baleari”.
Centinaio ha anche anticipato che si sta lavorando a dei corsi post diploma per innalzare la formazione dei manager e che uno dei primi verrà realizzato proprio in Sicilia perché qui “la formazione è prioritaria”. Infine, a proposito della promozione frammentata delle eccellenze italiane, il ministro ha suggerito di avviare una nuova politica unitaria e di utilizzare il tricolore come simbolo del made in Italy. “Perché nelle pubblicità della Sicilia come destinazione turistica, ma lo stesso potremmo dirlo della Lombardia, non c’è scritto da nessuna parte Italia? Basterebbe aggiungere un tricolore per farci identificare immediatamente nel mondo”, ha concluso.