“Chiediamo con forza che si possano fare i richiami dei vaccini anche nelle località di vacanza. Speriamo che si possa attuare”. Lo ha detto all’Adnkronos il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, parlando della possibilità di potere fare i richiami dei vaccini anche ai non residenti. “La seconda dose ai turisti può essere fatta in qualsiasi posto – dice Lapunzina – a Cefalù abbiamo da qualche giorno aperto il nuovo hub vaccinale nel Palazzetto dello Sport con la possibilità di fare vaccini di tutti i tipi. Noi chiediamo proprio questo: di far fare i vaccini, ovunque ci si trovi”. E sul turismo a Cefalù il primo cittadino aggiunge: “Ci aspettiamo l’arrivo di turisti già vaccinati – dice – che possano viaggiare. Questo favorirà la ripresa del turismo. E già ci sono dei segnali importanti. A fine maggio aprirà il Club Med e a giugno il Costa Verde, piccoli segnali importanti”.
Sulla stessa scia anche la proposta del commissario per l’emergenza Covid di Messina, Alberto Firenze, che propone una sinergia con le agenzie turistiche per proporre il vaccino anche nei pacchetti viaggio ai turisti.
L’ipotesi di effettuare il richiamo del vaccino anti covid in vacanza, nel luogo dove si trascorrono le ferie estive e non si è residenti, è spinta anche da tante regioni con sempre più determinazione. Gli obiettivi sono due: mantenere il ritmo attuale e sostenuto della campagna vaccinale, evitando una battuta d’arresto nei mesi di luglio e agosto, e sostenere il settore turistico in sofferenza. E in attesa della decisione del governo, alcune regioni hanno già aperto a questa possibilità.
La possibilità di fare il richiamo in vacanza “sembra che sia una proposta di grande buonsenso – ha detto il governatore della Lombardia, Attilio Fontana -. Come è stato di buonsenso vaccinare tutte le persone che per motivi di studio e di lavoro si trovano in Lombardia, credo che si possa fare analogamente per chi è in vacanza”.
Tra l’altro, c’è anche una base normativa dalla quale si potrebbe partire per consentire ai turisti di vaccinarsi al di fuori della propria regione: è l’ordinanza firmata da Figliuolo lo scorso 29 marzo, nell’ambito del piano di attuazione strategico nazionale per i vaccini. Il provvedimento sancisce infatti che “ciascuna regione o provincia autonoma proceda alla vaccinazione non solo della popolazione ivi residente ma anche di quella domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella regione o provincia autonoma”.
Del resto, già qualche settimana fa il governatore siciliano Nello Musumeci aveva detto: “Dopo le parrocchie, andremo anche al mare, siamo pronti a fare le vaccinazioni anche negli stabilimenti balneari, naturalmente d’intesa con la federazione interessata e il consenso dei titolari. Non ci dobbiamo mai fermare, neppure in estate”.