giovedì, 18 Aprile 2024

Daverio: il siciliano è terrone e rosica. Musumeci non ci sta

“Io ho paura della Sicilia”. Così il critico d’arte Philippe Daverio si difende a Le Iene su Italia 1 dalle accuse di conflitto d’interesse dopo la vittoria di Bobbio sulla trasmissione di Rai3. “È un’intimidazione sicula pura, bisogna stare attenti”, continua Daverio incalzato da Ismaele La Vardera.

E mentre il sindaco di Palazzolo Acreide con La Vardera incassa la sconfitta e annuncia che sarebbe disposto a dare la cittadinanza onoraria a Daverio, il critico ribadisce: “Non accetterei la cittadinanza onoraria da Palazzolo perché non amo la Sicilia – ha poi aggiunto – il siciliano è convinto di essere al centro del mondo”. E conclude: “il siciliano è terrone. E rosica”.

Immediata su Facebook la replica dell’assessore al turismo del Comune di Palazzolo: “Quella di Daverio è un’idea medievale della Sicilia. Giornalmente lavoriamo per raccontare un’altra Sicilia a partire dai territori piccoli, dall’entroterra e costruire una terra migliore che è la regione più apprezzata in Italia per turismo e accoglienza. La Rai prenda le distanze dalle frasi di Daverio, chieda scusa alla Sicilia e dedichi alla nostra regione una programmazione dedicata per risarcirci intanto moralmente. Daverio ci odia? Pazienza… noi terroni per ‘suveccheria’ amiamo tutti. P.S. su Google impennata di ricerca su Palazzolo Acreide”.

E alla fine è arrivata anche la reazione del presidente della Regione Nello Musumeci. “Il professore Philippe Daverio – scrive il governatore sul suo profilo Facebook – ha il dovere di scusarsi con tutto il popolo siciliano, che ha offeso volutamente, con toni razzisti e con dichiarazioni calunniose. Amare la Sicilia non è un dovere, ma usarle rispetto sì. Non è tollerabile un atteggiamento così spocchioso, che ci impone come governo della Regione Siciliana di rivolgerci anche all’autorità giudiziaria. Questo disarmante pregiudizio verso la Sicilia spiega chiaramente l’epilogo del concorso sul Borgo dei Borghi, a danno di una nostra Comunità. Mi auguro che il servizio pubblico televisivo, se esistono ancora rapporti professionali con questo personaggio, li rescinda immediatamente. Se poi dovessero arrivare le scuse, sarò io stesso a invitare il razzista francese nella nostra Isola: senza cannoli a canne mozze, stia tranquillo, ma con una abbondante fetta di cassata, accompagnata da un bicchierino di passito. E non è una minaccia”.

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