Con 365 mila visitatori registrati nell’edizione dello scorso anno in tutta la Sicilia per una spesa di circa 700 mila euro, “Le vie dei tesori” si conferma un ‘piccolo miracolo’, come lo definisce la presidente dell’associazione Laura Anello. Per l’assessore regionale ai Beni culturali Sebastiano Tusa si tratta di invece “una delle più importanti organizzazioni di questi ultimi anni per la strategia dei beni culturali”.
Un progetto che parte con budget zero e via via si arricchisce con gli sponsor e gli introiti dei biglietti. Un festival che produce cultura, in grado di generare nuove economie, con un effetto moltiplicatore sul territorio.
I numeri, che emergono dalla ricerca curata dall’Osservatorio turistico delle Isole europee (Otie) e sono stati presentati nella sede all’assessorato regionale Beni culturali, dimostrano infatti l’aumento costante di visitatori, l’interesse e la curiosità che, come una cascata, ricadono su altri luoghi.
E ‘l’effetto festival’, ovvero la circolarità che si è creata nell’ultima edizione che ha coinvolto dieci città, con altri 24 comuni che hanno già fatto richiesta di partecipare alla prossima edizione, ha portato i visitatori a spostarsi da una città all’altra, per visitare i luoghi del circuito. Ma ha coinvolto anche i luoghi e i musei regionali, che aderiscono con modalità diverse. In tutti c’è stato infatti un significativo aumento degli ingressi rispetto a quelli del resto dell’anno. Al Museo Salinas di Palermo, ad esempio, le presenze sono quasi raddoppiate (da 7 mila a 12 mila nel 2018).