martedì, 23 Aprile 2024

Caro Babbo Natale, vorrei una compagnia aerea siciliana

Il tema del trasporto aereo in Sicilia è sempre attuale anche in questo anno dove si è registrato un notevole incremento di traffico passeggeri sui due maggiori aeroporti siciliani. Una realtà a cui si è ispirato il neo-governatore Nello Musumeci che non ha escluso l’opportunità di creare una compagnia siciliana. Di altro parere Vito Riggio, presidente dell’Enac, secondo cui il sogno di una compagnia pubblica “può continuare a restare nel cassetto, perché tutte le compagnie fatte dal pubblico sono fallite; fare prezzi bassi a fronte di alti costi porta al fallimento”. Commenti e considerazioni che hanno dato lo spunto a Luigi Crispino, già noto al mercato turistico per essere stato il fondatore di Air Sicilia e tra i fondatori di Wind Jet, di pubblicare sulla sua pagina Facebook una lettera aperta a Babbo Natale, di cui riportiamo alcuni stralci.

“Caro Babbo Natale, ti scrivo perché a gennaio devo andare a farmi una visita di controllo a Bologna e spenderò molto più del previsto per arrivarci. Allora, ho pensato di chiederti di mettere sotto l’albero di tutti una compagnia aerea siciliana che non debba sottostare ai capricci di corrotti e incapaci, magari al servizio di concorrenti sleali. L’abbiamo avuta, prima con Air Sicilia e poi con Wind Jet, ma le hanno fatte fallire, nonostante i conti fossero a posto, come un giorno la magistratura accerterà.

Ti scrivo in questi giorni perché un siciliano importante, Vito Riggio, da ben più di dieci anni presidente dell’Enac, ha attaccato questa idea. Caro Babbo Natale, non sono solo io, imprenditore che secondo il Prof. Riggio sarei un fallito, ma che resto uno capace di creare ben due compagnie aeree, che sono cadute non per mancanza di mercato, ma per ingerenza esterna poco chiara. Anche il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci che ha un curriculum specchiato, lo vuole. Sai, Babbo, Musumeci ha dimostrato in passato che molti sogni in Sicilia potevano essere trasformati in realtà. Forse per questo si è guadagnato l’ira del presidente poco imparziale dell’Enac.

Eppure, noi che ora dobbiamo sentirci chiamare imprenditori falliti, abbiamo pagato con il nostro portafoglio la realizzazione di un sogno che andava anche a vantaggio dei siciliani. Noi non abbiamo goduto della benevolenza dei ministri o di molti amministratori che spesso fanno della mazzetta una ragione di vita. Molti credono che la Sicilia sia tutta mafia e complicità. Non è così, caro Babbo Natale, il grosso di noi devono combattere sia contro la mafia che contro i corrotti. Non sempre sono dalla stessa parte, ma sempre strafottono (anche loro) la Sicilia.

Ora, Babbo Natale, capirai il nostro appello per avere una opportunità che sia di mercato, efficace, efficiente. Se non lo facessimo, se ci affidassimo alle leggi e a certi regolatori, le norme diventerebbero una gabbia per impedirci di mettere su un’impresa che ha mercato e prospettive, come le avevano Wind Jet e Air Sicilia.

Per questo che ti chiediamo di controllare se noi siamo stati buoni. Si, caro Babbo Natale, resta infatti difficile pensare come si sia potuto consegnare un mercato tanto ricco come quello siciliano, uno dei più redditizi d’Europa, a Ryanair, dopo l’evidente fallimento gestionale di Alitalia. Certo, tutti loro beneficiano grandemente dell’assenza di AirSicilia prima e di WindJet poi da questo mercato che fino a qualche anno fa era concorrenziale e ora è quasi monopolistico, con biglietti che in questi giorni costano anche quattrocento euro.

Caro Babbo Natale, restituisci ai siciliani il giudizio su questa vicenda e aiutaci a esaudire il desiderio di tornare a poter decidere sui nostri trasporti”.

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